Anche la ’Conca’ dice basta "Troppi costi. Poi l’affitto..."

Aveva aperto a dicembre, gli affari andavano bene. Poi la guerra e i rincari. Zucchi passa la mano

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Il sogno di Michela Zucchi (nella foto), quello di riportare nel centro storico una bottega come quelle di una volta, si è già spento: il caro bollette non danno scampo alla "Conca della Martana", aperta solamente a dicembre scorso. Non è bastata la passione di Michela per i prodotti del territorio, biologici e rispettosi dell’ambiente, la sua volontà di aprire qualcosa di antico e per questo innovativo, la sua attività dopo neanche 10 mesi già deve chiudere battenti: "il problema principale è l’aumento dei costi delle bollette e delle spese in generale – spiega – sono passata da pagare 500 euro al mese a 1100 nell’ultima bolletta, un costo insostenibile per un’attività come la mia aperta da poco tempo". Michela ha già trovato un lavoro e per questo il pensiero delle due bimbe non la preoccupa troppo, ma parte del suo stipendio dovrà darlo alla regione. "Io ho aperto la Conca anche con la consapevolezza di poter sfruttare i finanziamenti regionali, che invece si sono rivelati essere un rimborso spese erogato solamente dopo aver speso già soldi propri. Io avevo ricevuto oltre 15mila ed ora devo ridarli tutti subito o dilazionati in 30 mesi. Questi sono contributi che aiutano solo chi ha già soldi da investire, non coloro che aprono come me un’attività dal nulla". Tra i vari motivi che hanno spinto la Zucchi a chiudere la sua Conca c’è anche la tegola per eccellenza delle attività, l’affitto. "Ho provato a chiedere uno sconto, ma invano: credo che il comune dovrebbe mettere un tetto massimo perché se no la situazione diventa insostenibile. Inoltre con lo scoppio della guerra molti prodotti non potevano più arrivare, non c’erano spedizioni, ed ora con queste bollette il tutto per me è diventato insostenibile". Eppure la ’Conca della Martana’ stava funzionando: i tavoli erano tutti esauriti durante l’estate, con oltre 70 prenotazioni a sera. "La bottega tipica non andava quanto le degustazioni ed io ho aperto una bottega, non uno degli ennesimi locali del centro. A Natale ho lavorato benissimo, così come in estate e per Pasqua, ma poi è stato un lento discendere, e gli strascichi del Covid non hanno di certo aiutato".

Gabriele Ratti