Alluvione, sentenza vicina Ritmi serrati in Tribunale

I primi avvocati difensori inizieranno le loro arringhe già il prossimo 31 marzo. Si avvia alla conclusione anche il procedimento a carico dei carabinieri di Aulla

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di Andrea Luparia

Si avviano, finalmente, alla conclusione i due principali processi in corso al Tribunale di Massa per reati (veri o presunti lo diranno i giudici) commessi in Lunigiana. Parliamo del procedimento riguardante l’alluvione del 2011 ad Aulla e in gran parte della Lunigiana e quello relativo ai carabinieri in servizio alla stazione di Aulla. Partiamo dal primo. Ieri mattina, in una delle aule più piccole del Tribunale, c’erano l’ex sindaco di Aulla Simoncini e altri imputati nel processo per l’alluvione. Con loro tanti avvocati. E’ durato pochissimo. Poi il giudice ha concordato con i vari legali una serie di date. Perchè il dibattimento è finito e adesso inizia la discussione, ovvero il giudice ascolterà il Pubblico ministero e tutti gli avvocati. Ma questi ultimi sono davvero tanti. E così l’ultima udienza con gli ultimi testi e la requisitoria del Pm è prevista per il 24 marzo, poi il 31 inizieranno a parlare gli avvocati. I primi nell’ordine sono i legali che difendono l’ex assessore Bertoncini e l’ex dirigente del Comune di Aulla, Pepe. Ad aprile altre udienze per ascoltare altri avvocati difensori. La sentenza prima dell’estate. Gira voce che se ci saranno condanne, gli avvocati presenteranno ricorso. Prescrizione in vista, quindi? Possibile, anche perchè l’alluvione che devastò la Lunigiana e causò ad Aulla due morti è avvenuta nel 2011...

E passiamo al secondo processo. Ieri mattina c’è stata una delle ultime udienze del procedimento che vede imputati i carabinieri in servizio (all’epoca) alla caserma di Aulla e nella stazioni più vicine. Anche in questo caso, il dibattimento è stato veloce. Davanti al collegio giudicante un militare in servizio, in passato, alla caserma ha esaminato uno sfollagente flessibile, ritenuto dal Pm un corpo di reato. L’uomo l’ha riconosciuto da un dettaglio: la parte finale, invece di essere dritta, è piegata. "Era in caserma prima del Duemila - ha detto il militare - lo riconosco". Poi si è parlato delle fotocopie fatte e contenute in una cartella per non perdere tempo quando dovevi prendere una denuncia o scrivere un verbale. Infine è stata constatata l’impossibilità di ascoltare alcuni testimoni della difesa: qualcuno è irreperibile (il giudice ha disposto che a cercarne uno sarà l’avvocato Gianpaolo Carabelli) mentre il solo che verrà sicuramente in aula è un militare attualmente in servizio in Kosovo. Alla fine, mentre il Pubblico Ministero Marco Mansi si sedeva tra gli avvocati (è inusuale), l’avvocato Camilla Orso, telefonino alla mano, concordava con la giuria il calendario delle nuove udienze: 10 e 17 febbraio, 17 e 31 marzo. Anche in questo caso la sentenza è prevsita entro l’estate.