FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Alla scoperta dell’Amorosa Una fonte da recuperare

Speciale escursione sul monte Belvedere per 15 bambini dell’Alpinismo del Cai. Tappa alla sorgente che ha fatto nascere molte storie e unito due comunità

di Francesco Scolaro

Due comunità divise da un monte si ritrovavano per un giorno all’anno riunite attorno a una sorgente. L’appuntamento per adulti e bambini, famiglie intere, era a San Paolìn in piena estate. Si ballava e si mangiava, guardando un panorama mozzafiato. Gli sguardi che incrociavano volti nuovi, l’emozione che si trasformava in calde suggestioni e così sbocciavano nuovi amori. Un’acqua davvero magica, che oggi vale addirittura un contratto ventennale con valore complessivo di circa 60 milioni di euro per Evam. Acqua che un tempo sgorgava libera e gratuita da una piccola fontana in pietra ed era stata battezzata proprio ‘Amorosa’, perché attorno a quella sorgente nascevano amori fra comunità anche parecchio distanti fra loro: da un lato i paesi della Valle del Frigido, dall’altra quelli montignosini, dal Cerreto al Pasquilio. Nel mezzo il Monte Belvedere.

Acqua buona e fresca, panorama sul mare, un’atmosfera idilliaca che hanno potuto rivivere 15 bambini dell’alpinismo giovanile del Cai di Massa per la Giornata mondiale dell’acqua. Gli accompagnatori del Club Alpino, Sauro Quadreli, Nicola Cavazzuti, Gustavo Damiani e Andrea Milani, li hanno guidati in un’escursione alle sorgenti del Monte Belvedere con tappa proprio alla vecchia sorgente Amorosa, oggi secca, perché la presa di Evam è appena più a valle. "Siamo partiti da Volpara e abbiamo proseguito verso la località detta La Bandita per arrivare alle prime sorgenti – racconta Cavazzuti –. Da Acquaviva, su verso le fontane Canalacci e delle Madielle, vicino alle cave. Da lì siamo saliti verso il Pasquilio, diretti alla vecchia captazione della sorgente Amorosa". Lì è iniziato il racconto, fra storia e un pizzico di leggenda.

"Per San Paolìn le comunità contadine si ritrovavano nelle piane vicino alla fontana Amorosa per una vera e propria festa – hanno raccontato –. Arrivavano dalla Valle del Frigido, passavano da San Carlo, dal Monte Belvedere per arrivare alla fontana. Dall’altra parte giungevano dal Pasquilio, Cerreto e Montignoso, scendevano verso il Belvedere. E si ritrovavano tutti qua. Era verso metà luglio. C’era la musica, si ballava e si mangiava, una grande festa che proseguiva nel pomeriggio al Pasquilio. La leggenda dice che dai balli nascevano gli amori e per questo l’avevano chiamata fontana Amorosa. Abbiamo raccontato ai ragazzi questa storia anche per insegnare loro il valore del rispetto per l’acqua, una risorsa preziosissima che oggi sottovalutiamo perché ci arriva direttamente in casa. Ricordo che la guida alpina Elso Biagi, a cui è dedicata la sezione di Massa del Cai, ogni volta che incontrava una sorgente in montagna si fermava a bere: diceva che era un dono della montagna e andava accolto come tale".

Non si potrebbe recuperare la vecchia fontana Amorosa? "Sarebbe bello. Alcuni anni fa Sauro Quadrelli aveva presentato un progetto di recupero in parte della captazione, andando a pulire le piane attorno. Qua vicino dovrebbe nascere anche la Via delle Fonti e sarebbe l’ideale, perché è un percorso facile che possono fare anche i bambini piccoli, immersi nei boschi di castagni".