
<p>La sindaca di Carrara Serena Arrighi</p>
«Agrolab: prioritario non chiudere la produzione. Il nostro territorio non si può permettere di perdere 40 lavoratori altamente specializzati». Stamani a Firenze si è tenuto il tavolo tecnico su Agrolab, l ‘azienda di analisi ambientali che intende chiudere a Carrara lasciando a casa una quarantina di lavoratori, richiesto dalla sindaca Serena Arrighi e convocato dall'assessora regionale Alessandra Nardini. Alla riunione erano presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e Valerio Fabiani dell'unità di crisi regionale, mentre per l'azienda si collegata in videoconferenza, e solo in seconda battuta, la responsabile del personale Irina Bogazzi. «Mi è dispiaciuto anzitutto constatare l'assenza al tavolo dei rappresentanti di Agrolab – dice Arrighi -. L'azienda, nonostante una convocazione ufficiale risalente all'8 febbraio, ci ha detto di non aver capito di dover partecipare e poi ha provato a rimediare facendo collegare in seconda battuta la responsabile delle risorse umane, ma senza alcun mandato a trattare. Tutto ciò mi preoccupa fortemente rispetto al destino dei 40 lavoratori messi oggi in discussione, ma anche di quello di chi rimarrà in azienda. Ancora più preoccupante è però la prospettiva di licenziamento che oggi per la prima volta è emersa al tavolo nonostante finora si fosse parlato esclusivamente di possibili trasferimenti. In considerazione di ciò ci associamo a quanto richiesto dall'assessora Nardini e torniamo a chiedere un incontro urgente con l'amministratrice delegata affinché l'azienda possa chiarire quali sono le intenzione rispetto al destino dei lavoratori. Personalmente oggi ho ribadito come per la nostra amministrazione sia assolutamente prioritario non chiudere la produzione a Carrara e come la nostra città non si possa permettere di perdere tanti posti di lavoro altamente specializzati. Ho inoltre ricordato una volta di più le tante prospettive che presto potranno aprirsi per un'azienda come Agrolab grazie, anzitutto, ai progetti legati alla filiera corta del marmo e alle bonifiche dell'area ex Enichem».