Insulti omofobi poi le botte: la vittima denuncia l'aggressione sui social

I due non si conoscevano. L'assalitore lo offende e poi gli tira il casco in testa

Un'aggressione (foto repertorio)

Un'aggressione (foto repertorio)

Massa Carrara, 23 settembre 2019 - "A mezzanotte di sabato scorso ero davanti al Teatro Guglielmi: due amiche mi avevano chiesto di accompagnarle a prendere delle cose. Ero a piedi. Un ragazzo che non conosco, più alto di me ma penso più giovane, mi guarda e dice 'Che finocchio'. Io lo guardo e gli rispondo 'Guardati te'. Lui si rigira e mi dice 'Dimmelo sul muso'. Glielo ripeto, lui si avvicina continuando a dirmi 'Dimmelo sul muso'. E mi tira il casco sulla fronte. Poi è andato via mentre un suo amico mi diceva 'Bada a come rispondi'. Io ero rimbambito, ho cercato una panchina e mi sono seduto". A parlare è Alessandro Guadagni, 20 anni, residente a Massa. Frequenta l’Università a Lucca ed è sorpreso dell’eco che ha avuto ieri, sui social, la notizia dell’aggressione di cui è stato vittima. Quando il cronista, per telefono, gli chiede come si sente, lui risponde: "Bene, il peggio è passato. Sono andato al Pronto soccorso, mi hanno dato cinque giorni di prognosi. Ho il sopracciglio gonfio ma a quanto pare nessuna frattura".

Ha sporto denuncia?

"No, quando sono rientrato a casa ho cercato di non farmi vedere da mia mamma, ero frastornato. Lei ha insistito ma ho preferito raccontare prima tutto sui social. Ma aveva ragione lei. Domani ( oggi per chi legge ndr.) ci andrò".

Perchè ha preferito andare subito sui social?

"Non mi era mai successa una cosa del genere. Ho solo 20 anni ma non intendevo starmene zitto, volevo raccontare l’accaduto. Ora i miei genitori mi hanno convinto a procedere per vie legali".

Chi l’ha picchiato le sembrava drogato? Ubriaco?

"Non lo so. Era aggressivo. E’ stato tutto molto veloce. Mi ha picchiato ed è andato via".

Lo conosceva?

"No, mai visto. Potrebbe avere 16 anni ma non sono certo".

L’intervista termina con la richiesta del ragazzo di non pubblicare la sua foto. "Quando sporgerò denuncia verrò da voi, ma preferisco non essere riconosciuto per strada". E sull’epiteto che gli ha lanciato il picchiatore, Alessandro sui social spiega: "Faccio quello che mi pare senza doverne rendere conto a nessuno e nessuno si deve permettere di giudicare. Non saranno un presunto insulto e una cascata in fronte a impedirmi di andare avanti con la vita".

Qualunque sia la causa dell’aggressione, ieri sui social si è scatenata la “bagarre“. Elena Mosti, consigliere comunale a Massa ed ex assessore, scrive che "la mia solidarietà va ad Alessandro per l’aggressione verbale e fisica ricevuta a causa del suo orientamento sessuale; ma come dice lui stesso 'sul discorso del finocchio c’è poco da dire', o meglio, c’è troppo, ma non sulla parole in sé. Sono sicura che in consiglio comunale, il sindaco e il presidente del consiglio condanneranno questo comportamento". Solidarietà all’aggredito anche da Alessandro Bandoni, ex presidente della commissione pari opportunità a Carrara.

Andrea Luparia