Cristina Lorenzi
Cronaca

"Addio Pincione, aristocratico della Medicina"

Il presidente dell’ordine Carlo Manfredi ricorda il gastroenterologo scomparso. Ieri una folta folla ai funerali a San Pietro

Una folla di amici, colleghi, politici ieri si è unita ad Avenza per l’ultimo saluto a Franco Pincione, il noto chirurgo deceduto nei giorni scorsi. La chiesa di San Pietro è stata insufficiente a ospitare quanti hanno voluto essere presenti per l’addio al medico. Lo spessore del gastroenterologo e il fascino intellettuale della persona vengono ricordati dal presidente dell’Ordine dei medici Carlo Manfredi che in una nota così lo ricorda: "Una notizia che non avrei mai voluto ricevere. L’ho conosciuto quando ero un giovane medico e lui era già un professionista affermato. Un gastroenterologo dotato di capacità cliniche e diagnostiche raffinate. E’ stato l’antesignano della endoscopia digestiva nella nostra zona e punto di riferimento affidabile per dirimere casi clinici intricati o da chiarire". "Fu lui – prosegue Manfredi – che mi invitò a far parte del consiglio dell’Ordine della provincia. Un onore di cui lo ringrazio di cuore. Non è stato facile raccogliere la sua eredità. Mi ha insegnato molte più cose di quante io fossi all’altezza di imparare. Di profondità di pensiero disarmante. Quando mi confrontavo con lui, sapevo che non avrei mai dovuto cedere alla presunzione di aver fatto osservazioni conclusive. Con il suo sorriso beffardo e la sua logica stringente, riusciva sempre a introdurre ulteriori elementi di riflessione che mi obbligavano a considerare aspetti che avevo sottovalutato. Non è facile oggi rendere omaggio a una figura della sua statura culturale, umana e professionale. La solidità della sua cultura, la raffinatezza del suo pensiero e il suo elevato senso civico hanno ispirato tutte le attività che ha svolto con uno stile e un’eleganza sopraffina mista a un pizzico di eccentricità. Tutte queste doti collocano Franco Pincione nell’aristocrazia della medicina. Una categoria che identifica i più meritevoli, intesi questi come coloro che sono moralmente e intellettualmente i migliori. La sua attività clinica era basata sui canoni classici della semeiologia e del ragionamento clinico, corredato dagli esami strumentali. Non scrutava organi avulsi dalla persona, ma vedeva le disfunzioni nella complessità biologica e clinica del soggetto. Lungi da Pincione il medico inteso come esecutore di linee guida o di orientamenti burocratici, amministrativi o di direttive economicistiche. Una sciatta figura senza anima che non gli apparteneva. È stato un grande presidente dell’Ordine. Pincione resterà nella memoria dei medici come un presidente di alto livello con peculiarità sue proprie che forse nessuno mai riuscirà ad eguagliare".