Rina Andriolo Ciampi si è spenta ieri mattina, a 94 anni, al Centro Don Gnocchi, a Marina di Massa, dopo giorni di degenza al Noa. I funerali avranno luogo oggi alle 16: il corteo funebre si muoverà alle 15,30 dall’obitorio della Don Gnocchi per la cattedrale. La messa sarà celebrata dal parroco don Giulio Rossi. Rina con la sua forza interiore, il suo amore per la vita e l’instancabile attività di volontariato lascia un segno indelebile in famiglia e nella comunità massese. Sopravvissuta al dolore più grande per una madre, la tragica fine del figlio Mario, noto dentista, morto in un incidente stradale con la moglie Patrizia il 31 luglio del 1999, si rimboccò le maniche e per dieci anni si dedicò ai nipoti Tommaso, Mattia e Francesco. E da allora non ha mai smesso di seguirli, di consigliarli, di amarli. Il sogno di Mario è stato subito il suo sogno: realizzare una casa di accoglienza per le ragazze madri in difficoltà e i loro bambini. E quel sogno è diventato realtà a Marina di Massa grazie alla sinergia con don Ivo Ercolini, don Mario Amadi, Alessio Zoppi, che dirige la casa intitolata ai coniugi Ciampi, e tanti volontari che hanno operato nel solco tracciato dal dentista. Era spinto dalla stessa fede che infuocava l’animo di Rina, impegnata per anni in Azione Cattolica, ministro dell’Eucarestia, sempre a fianco del movimento e del Centro di aiuto alla vita, di cui il suo caro Mario era stato presidente, e pronta ad aiutare chiunque bussasse alla sua porta. Ha trasformato in realtà, con la Misericordia e il Centro di aiuto alla vita, la culla della vita per accogliere i neonati abbandonati e alla casa di accoglienza ha sempre tenuto vivo ogni anno a fine luglio l’impegno di Mario. Quindici anni fa la incontrai al cimitero di Mirteto: voleva promuovere i progetti del figlio. Quell’incontro fu un passo avanti per dare vita al sogno di Mario. Mi piace pensare che ora in Cielo madre e figlio operino insieme. Un abbraccio ai figli Marco, Carlo, Renzo, alla sorella Maria Pia, alle nuore Piera, Dafne, Andreina e ai nipoti.
Alberto Sacchetti