
di Natalino Benacci
La “Vetrina della Città“ ha un nuovo accesso che servirà anche per gli “Orti“ nell’area retrostante il palazzo comunale. E’ una novità che riguarda gli angoli più suggestivi del Comune di Pontremoli che potranno essere visitati attraverso un percorso che prende il via all’interno del Punto Informazioni sotto i portici di Piazza della Repubblica. Sarà possibile accedere allo spazio recuperato nel corso dell’ultimo decennio, meglio conosciuto come esempio della Pontremoli sotterranea, così tanto apprezzata da chi è alla ricerca di emozioni e suggestioni.
"A questo percorso - spiega la sindaca Lucia Baracchini - si aggiunge l’importante contributo concesso dalla Regione Toscana all’interno del bando “Interventi di sostegno per le città murate e le fortificazioni della Toscana“, pari 144.000 euro con il quale si intende rendere accessibile, abbattendo le barriere architettoniche, lo spazio esterno degli Orti della Città e valorizzare ulteriormente la testimonianza della Cortina di Cacciaguerra, completando anche il percorso di fruibilità della Vetrina stessa. E la Piazzetta della pace potrà essere sempre di più luogo di incontro e di simbologia, di storia e di cultura, di libri e di lettura". Un museo per la città, che è anche una finestra sulla storia millenaria del borgo lungo la Via Francigena, nel piano seminterrato del palazzo comunale, l’antico “Palazzo Pretorio“. Quei fondi erano stati dimenticati per decenni anche se rappresentavano uno degli angoli più interessanti di Pontremoli, con le loro origini nell’età comunale e le architetture duecentesche (colonne, capitelli, archi) che emergono dalla stratificazione della storia. Lo spazio espositivo recuperato nei sotterranei medievali già utilizzato per mostre e per una rassegna di statue stele è stato arricchito di soluzioni tecnologiche comunicative che rende gli ambienti ancora più suggestivi, ma soprattutto permette al turista di fare subito la sintesi del patrimonio storico artistico urbano e ambientale. Il progetto avviato già nel 2009 ha avuto una lunga gestazione. Gli importanti spazi storici dell’edificio comunale che sono stati individuati per ospitare la struttura espositiva, nel passato erano stati interessati da scavi archeologici (prima da Pietro Ferrari nella prima metà del Novecento, poi più recentemente e in modo appropriato dall’Iscum di Genova), ma erano anche diventati sede di molte attività e destinazioni, andando incontro ad un progressivo degrado.
Attraverso l’uso di plastici e diorami, il visitatore ora può analizzare l’evolversi dell’abitato, con attenzione alle varie fasi dal medioevo all’età moderna, e con particolare riferimento alle emergenze architettoniche, costituite dal sistema difensivo delle mura e delle torri. Per quanto riguarda il territorio l’attenzione è posta al ruolo delle strade come quella della Cisa.