
di Claudio Laudanna
Mentre in città si discute di come salvare la Imm e, tra le varie cose, ritorna in auge il caro e vecchio distretto tecnologico, per parlare del futuro del marmo buona parte degli stessi soggetti coinvolti nella vicenda di Carrarafiere si sono spostati a Navacchio. C’erano il sottosegretario al ministero della Transizione Ecologica Ilaria Fontana, l’assessore regionale Leonardo Marras, e poi ancora i numeri uno apuani di Confindustria e Camera di commercio Matteo Venturi e Dino Sodini e, non ultimi, il presidente del distretto lapideo Matteo Martinelli e il suo compagno di partito a 5 Stelle, l’ex consigliere regionale Giacomo Giannarelli nelle vesti di rappresentante della società specializzata in green economy Toscana Innova che, assieme al polo tecnologico pisano, aveva organizzato un convegno online per discutere della transizione ecologica e digitale del lapideo. Una conferenza piena di relatori illustri, dunque, che però viene ora stigmatizzata da chi in questi lunghi mesi ha vissuto la vertenza Imm dall’altra parte della barricata: i sindacati.
"La digitalizzazione è una grande opportunità per il lapideo come per altri settori, ma sarebbe stato opportuno che tutti questi signori ne parlassero all’interno del comprensorio lapideo apuo-versiliese, che, ci risulta, non sia a Navacchio – dicono i segretari provinciali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Ultiucs -. Ricordiamo che Imm è capofila del distretto del lapideo: non vorremo che questa fosse la prima pietra per il trasloco del distretto stesso". Uno spettro quello ventilato dai rappresentanti dei lavoratori che si aggiunge alla lista di incognite legate al futuro della società di viale Galilei che da oltre un anno attendono di essere risolte. Intanto la tanto attesa assemblea dei soci che dovrà esprimersi sui due bilanci che attendono ancora di essere approvati, è stata rinviata a luglio, mentre sul piano di risanamento si deciderà il 14 giugno. L’alienazione del capitale sociale sarà argomento di un’ulteriore riunione del 29 giugno.
In vista di questi incontri i sindacati tornano a chiedere chiarezza alla politica e alla amministrazioni. "La politica negli ultimi anni ha avallato scelte a dir nostro sbagliate senza controllare l’operato del management e senza avere una visione di cos’è e cosa potrebbe fare la Imm – dicono i rappresentanti dei lavoratori -. La fiera è un volano per l’economia locale, ha potenzialità in grado di emergere anche nei periodi di crisi, come dimostra l’uso da parte di Asl dei padiglioni per tracciamenti e hub vaccinale e può contare su 25 dipendenti, che hanno professionalità ed esperienze maggiori di amministratori, presidenti e direttori. Eppure ascoltiamo ogni giorno soluzioni per la crisi proposte da chi non conosce bene l’azienda, la sua storia e la discesa sotto l’ultima gestione con, per esempio, l’eliminazione dell’ufficio studi e ricerche. In questi anni, inoltre, i marchi delle fiere. Ora crediamo e vorremmo che i soci programmassero un vero piano industriale gestito in modo oculato, con una visione di medio-lungo periodo. I dipendenti, da parte loro sono pronti a tirarsi su le maniche e a progettare (secondo un piano industriale serio) nuovi eventi e confermare nel calendario le fiere che per trent’anni hanno costruito la storia della fiera e hanno fatto conoscere Carrara in tutto il mondo".
Il riferimento è chiaramente alla promozione marmo, un tempo fiore all’occhiello di Imm e ora rimasta solo con la discussa White Carrara downtown. "Per il lapideo se la progettualità si limita ad un evento in città copia del mal riuscito evento degli scorsi anni allora non ci siamo – concludono i sindacati -. Questo evento deve essere fatto bene e con la collaborazione del territorio, non solo per compiacere qualcuno. Senza dimenticare che se si vuole tornare alla fiera del marmo bisogna pensarci già adesso per il prossimo anno, sempre secondo chi per esperienza sa che per far riuscire un evento bisogna progettarlo bene e nei tempi giusti".