JESSICA QUILICI
Cronaca

Vertenza Valmet. I licenziamenti scendono a diciannove. La tensione resta alta

Ieri il primo incontro a Mugnano tra la Rsu e i vertici della multinazionale. Fuori dai cancelli anche il sindaco Pardini e consiglieri comunali. di maggioranza e di opposizione: “Siamo vicini ai lavoratori“.

Ieri il primo incontro a Mugnano tra la Rsu e i vertici della multinazionale. Fuori dai cancelli anche il sindaco Pardini e consiglieri comunali. di maggioranza e di opposizione: “Siamo vicini ai lavoratori“.

Ieri il primo incontro a Mugnano tra la Rsu e i vertici della multinazionale. Fuori dai cancelli anche il sindaco Pardini e consiglieri comunali. di maggioranza e di opposizione: “Siamo vicini ai lavoratori“.

Valmet, fumata grigia per il secondo incontro tra i vertici del colosso finlandese e la rappresentanza sindacale unitaria di Mugnano. Un tavolo che è stato avviato lo scorso 26 maggio dopo l’annuncio da parte della multinazionale di una nuova riorganizzazione su scala globale che prevedrebbe, entro la fine del mese, 1150 esuberi, di cui 23 nel solo stabilimento lucchese.

Se da un lato dopo il tavolo di ieri il numeri delicenziamenti a livello locale è sceso dagli iniziali 23 a 19 e l’azienda si è dimostrata disponibile a trovare un accordo, resta infatti ancora lontano il "sogno" della Rsu di arrivare a zero tagli e avere un piano industriale chiaro per quanto riguarda le prospettive occupazionali, gli investimenti e il consolidamento sul territorio, oltre a stabilire – in ultima istanza – come unico criterio la volontarietà nelle uscite incentivate.

A renderlo noto sono stati il segretario provinciale di Fiom Cgil Lucca Nicola Riva, il responsabile territoriale Fim Cisl Bruno Casotti e il segretario Uilm nord Toscana Giacomo Saisi.

"Al momento siamo solo in una prima fase del confronto, e non ci accontenteremo di aver ridotto di poche unità il numero degli esuberi – spiegano -. Il nostro sogno sarebbe quello di arrivare a zero licenziamenti, o a ridurli il più possibile prima di poter parlare di incentivi nelle uscite. Siamo già alla terza riorganizzazione in dodici anni, e sappiamo che perdere il lavoro equivale a perdere la dignità. Per questo andremo avanti fino a che non otterremo rassicurazioni su tutti i punti della trattativa, senza escludere la possibilità di un supporto in termini di garanzia anche da parte della Regione Toscana".

Ad attendere fuori dai cancelli l’esito del primo di quella che si preannuncia come una lunga serie di incontri, anche i rappresentanti delle istituzioni cittadine, dal presidente della Provincia Marcello Pierucci al sindaco Mario Pardini, oltre a una nutrita presenza bipartisan del Consiglio comunale. Di qui, l’appello dei sindacati al mondo della politica, e la risposta di vicinanza da parte delle autorità.

"Purtroppo oggi le multinazionali stanno colonizzando il nostro territorio, appetibile a livello globale in quanto eccellenza del tissue, ma così facendo il rischio è quello di perdere anche il patrimonio economico locale - aggiungono i sindacati -. Noi non abbiamo forse neanche gli strumenti normativi per ‘combattere’ questo fenomeno. Per questo abbiamo la necessità di avere maggiori garanzie contro un trend che tende a escludere la cultura industriale a tradizione familiare, in favore delle logiche della finanza che rendono il lavoratore un semplice numero".

"Per noi istituzioni è importante prendere consapevolezza di questi cambiamenti – ha risposto Pierucci -, e avviare un ragionamento serio su una problematica che tocca da vicino anche il nostro territorio".

"Sono contento di essere qui oggi insieme alla gran parte dei consiglieri comunali – ha aggiunto il presidente del Consiglio comunale Enrico Torrini -. Da parte dell’amministrazione c’è infatti la disponibilità totale a essere a fianco dei lavoratori: ogni singola perdita è una sconfitta per l’intero territorio".

La promessa è dunque quella di "rimanere aggiornati" sul proseguire della trattativa. Il prossimo incontro tra Rsu e multinazionale è fissato per il 13 giugno, mentre dal 26 maggio sono scattati i 45 giorni – prorogabili – per arrivare a un accordo sindacale, dopo i quali ne seguiranno altri 30 prima di aprire un tavolo in Regione o al Ministero. In caso di una mancata intesa, la multinazionale potrà procedere con i licenziamenti.