
Il procuratore Pietro Suchan
Lucca, 2 giugno 2018 - La mail di scuse era stringatissima. Il mantra quasi sempre identico: «La crisi ci ha travolti e non siamo in grado di spedire il materiale da lei ordinato». IL DECALOGO: COME EVITARE LE TRUFFE ONLINE
Poi la doccia fredda: «Non siamo neanche in grado di rimborsare il suo pagamento». E via così, da dicembre 2014 fino almeno al 2015.
Finché le denunce per truffa presentate dei clienti che, da mezza Toscana, credevano di aver acquistato online (a un prezzo stracciato), stampanti, tablet, pc e dispositivi informatici dal sito Italiadigital.it, non sono arrivate a quota 600.
Per un giro stimato dagli inquirenti di almeno 814 truffati. Tutti, uno in fila all’altro, avrebbero versato bonifici per un tesoretto da oltre 600mila euro.
Dietro la maxi truffa online, secondo l’indagine della procura di Lucca coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Amodeo sotto la supervisione del procuratore Pietro Suchan, c’è una coppia di coniugi lucchesi: Daniela Simonetti, 52 anni e Gianfranco Ciampi di 53 anni. Entrambi amministratori della Italia Digital con sede a Lucca. Secondo gli inquirenti, marito e moglie, avrebbero messo in piedi un meccanismo oliatissimo che rasenta l’«adescamento».
I due infatti avrebbero pescato dal web fotografie di elettrodomistici, hi-fi e prodotti informatici per poi caricarle sul portale web (oggi oscurato), attirando gli utenti con prezzi stracciati. A cadere nella trappola sono state più di 800 persone, in maggior parte della provincia di Lucca. Ma il pacco, a giudicare dalla geografia delle denunce, è stato rifilato anche a clienti di mezza Toscana fino alla Sardegna.
La media dei pagamenti effettuati dalle vittime, va dai 100 fino ai 980 euro. Dopo l’attesa, di fronte alle proteste dei clienti per la merce ordinata e mai arrivata, la società rispondeva con una mail precompilata dove si annunciava che sarebbe stato impossibile ottenere un rimborso. La colpa? Crisi e difficoltà economiche dell’azienda già finita nel 2015 nel mirino della procura per un buco di un milione e mezzo di euro nei bilanci. Molti dei truffati, prima ancora che il caso destasse l’attenzione della procura, avevano dato vita a una mobilitazione web per mettere in guardia i consumatori dalla trappola online. Per gli inquirenti, infatti, l’esercito dei truffati potrebbe essere molto più esteso. La coppia lucchese, rinviata a giudizio, dovrà comparire il prossimo 16 novembre davanti al giudice monocratico Nadia Genovese, per rispondere dell’accusa di truffa, insolvenza fraudolenta e frode informatica.