
La Procura sta esaminando la montagna di carte sequestrate nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha investito il comune di Vagli. Sotto la lente degli inquirenti anche telefoni e computer di amministratori e dipendenti comunali, di imprenditori e familiari che vengono passati al setaccio per verificare le ipotesi accusatorie.
Sotto sequestro anche conti correnti riferibili all’ex sindaco Mario Puglia e agli imprenditori nella lista dei 27 indagati. I tempi delle indagini del pm Salvatore Giannino, affidate anche a carabinieri, guardia di finanza e squadra mobile della questura di Lucca, potrebbero esere piuttosto lunghi.
"E’ una vicenda dalle dimensioni clamorose – sottolinea Enzo Cotelli, segretario comunale del Pd di Vagli Sotto – e credo che non si possa permettere che un’amministrazione con tutta la giunta e gran parte degli stessi dipendenti comunali indagati continui ad amministrare un Comune. Ritengo che il Comune non possa essere più gestito da queste persone, ma debba essere commissariato. Il prefetto Esposito, lo ribadisco, dovrebbe intervenire in questo senso. Oltretutto c’è un clima di paura qui a Vagli: le persone temono di avere ripercussioni personali negative e non vogliono esporsi su queste vicende giudiziarie".
Insomma, la vera diga di Vagli sembra essere oggi quella del silenzio. Eppure i casi sollevati dall’inchiesta sono molteplici e coinvolgono direttamente o indirettamente molte persone, abbracciando almeno gli ultimi 5 anni di attività amministrativa e non. Gli stessi reati ipotizzati dalla Procura nei con fronti dei 27 indagati sono pesantissimi: si va dall’associazione a delinquere finalizzata alle truffe, al falso ideologico, all’abuso di ufficio, alla corruzione, alla turbativa d’asta e al riciclaggio.
L’ipotesi di fondo della Procura è che il sistema di potere a Vagli fosse gestito in maniera personale, attraverso affidamenti diretti per lavori in somma urgenza, che in realtà non erano tali, oppure rilasciando concessioni o permessi a costruire a imprenditori amici. Nel mirino anche numerose compravendite sospette di terreni attigui alle cave di marmo o nel perimetro delle cave stesse.
Paolo Pacini