
Dante Pattini, ucciso da 15 anni dai nazifascisti a Borgo a Mozzano solo per essersi sporto da una finestra
Dante Pattini, un ragazzo a cui la violenza nazifascista ha negato, senza ragione, di diventare grande- Aveva solo 15 anni, il giovane studente liceale, quando alle ore 17,30 del 12 giugno 1944 fu ucciso dal piombo di un cecchino tedesco per il solo torto di essersi sporto dietro i vetri della finestra della sua abitazione alla Chiesa Inglese nel centro storico di Bagni di Lucca.
Sulla tragica vicenda è stato scritto un libro intitolato ”Dante Pattini la storia di un innocente”, grazie all’interessamento di Virginio Monti, scrittore e storico locale della Resistenza, realizzato dallo stesso Monti insieme a Dante Pattini, Aurora Pattini, Teresa Polacci e pubblicato da Tralerighe libri editore, che sarà presentato domani, giovedì 12 giugno, alle 17 nella Sala Rosa del Circolo dei Forestieri a Bagni di Lucca, Alla presenza del sindaco Paolo Michelini, di altre autorità e dei familiari del giovane giunti dal Piemonte e dalla Sardegna, verrà ricordato il delitto. L’evento introdotto dallo storico Andrea Giannasi, si aprirà proprio con il ricordo di quel tragico giorno quando alle ore 17.30, in località Villa a Bagni di Lucca, Dante Pattini venne ucciso dai colpi sparati da un soldato tedesco appostato in un parco poco lontano.
Dante si trovava nell’appartamento posto al terzo piano della Chiesa inglese e, mentre scrutava fuori dalla finestra, preoccupato forse dell’assenza della mamma e della sorella, fu colpito a morte all’occhio destro da un colpo di fucile. Il quindicenne era figlio del maresciallo maggiore dei Carabinieri Arturo Pattini, in servizio al comando della Legione Carabinieri di Livorno, sfollato con tutto il comando, insieme alla famiglia, a Bagni di Lucca. Fu proprio il padre, successivamente, a descrivere quanto accadde quel fatale giorno, trasmettendone da Gello copia al Comitato di Liberazione Nazionale di Lucca. Nonostante le indagini il colpevole non fu mai rintracciato.
Marco Nicoli