
Il cartello che è apparso ieri al monumento di Stefano Pierotti
Un mio esimio collega qualche tempo fa si è espresso in modo contrario rispetto alla mia analisi e al mio pensiero, ovviamente rispetto il pensiero di ciascuno, ma non posso fare a meno di specificare in modo chiaro e risoluto la mia disapprovazione per quello che è accaduto e sta accadendo.
Praticamente, l’opera di Stefano Pierotti “Oltre le radici” è diventata una bacheca, una lavagna dove tutti e non solo l’autore, possono appuntare qualunque genere di cosa e fino ad oggi impunemente.
Il succo del problema è che l’opera è collocata su terreno pubblico e l’amministrazione cittadina ha provveduto a creargli un contorno gradevole di verde, costantemente manutenuto e dall’aspetto assolutamente decoroso, l’opera dal 2019 è di proprietà della città di Lucca e no ha nessun comodato d’uso.
Come è notorio, quando un’opera passa dall’esecutore al fruitore, in questo caso il Comune di Lucca, l’artista che l’ha eseguita ne perde qualunque diritto dall’apportarvi modifiche o quant’altro e comunque non può essere suo libero arbitrio aggiungere o togliere modifiche all’opera stessa.
Mi faccio carico dell’indignazione di tutti quei concittadini che si vedono un monumento cittadino, caricato di scritte non richieste, arbitrarie e assolutamente inappropriate. La reazione alla cosa non può lasciare spazio ad equivoci, chi deturpa un bene comune, fosse pure l’artista stesso che l’ha eseguito, deve essere messo di fronte alle proprie responsabilità.
Questa mattina (ieri per chi legge, ndr), sopraggiunta l’idea di scrivere questo articolo, mi sono recato in Piazzale Boccherini di prima mattina per scattare alcune foto al monumento; con mia sorpresa, insieme alle scritte già viste in precedenza, vi ho trovato un cartello bianco con frasi difficilmente comprensibili nel senso, nell’arco di pochi minuti, sono sopraggiunti due agenti della Digos che mi hanno chiesto spiegazione del perché mi trovassi lì, la cosa ovviamente non mi ha creato imbarazzo, ma altresì ho avuto piacere di costatare l’efficienza delle autorità preposte all’ordine pubblico.
Come critico e studioso d’arte, mi sento autorizzato ad esprimere la mia ferma disapprovazione nei confronti del Pierotti (autore dell’opera), nonché dell’anonimo che ha applicato il cartello, in entrambi i casi, si tratta di un abuso da condannare. Per quello che riguarda il cartello, seppur deprecabile, l’asportazione è semplice, per quello che riguarda le scritte, disegni o quant’altro auspico che le autorità competenti, provvedano a sanzionare chi le ha fatte, ammonendolo in modo appropriato perché non ripeta tale gesto, nello stesso tempo mi auguro che imponga all’esecutore di queste “aggiunte”, ogni costo derivato dalla pulizia e dal ripristinino dell’opera al fine di riportarla nella condizione di quando è stata pagata e inaugurata, senza niente di più.
Critico e Storico dell’Arte