Tre medici dell’ospedale San Luca sono stato rinviati a giudizio per concorso in omicidio colposo, in relazione al decesso di un paziente lucchese ultraottantenne avvenuto tre anni fa per una grave emorragia aortica addominale. A stabilirlo è stata il Gup Antonia Aracri: per il giudice devono essere processati due medici del Pronto soccorso e un medico ecografista. Prima udienza il 5 giugno 2024.
Il caso era nato dall’esposto dei familiari di un anziano, il signor Lio Giulio Saponati, 87enne di Marlia, morto nell’autunno 2020 all’ospedale di Cisanello dove era stato inviato dal San Luca in condizioni gravissime per un intervento chirurgico urgente. Secondo i familiari e la tesi accusatoria accolta poi dal gup, all’ospedale San Luca i medici avrebbero sottovalutato la gravità delle condizioni del paziente, perdendo ore preziose che ne avrebbero compromesso le possibilità di vita. La figlia e la moglie del paziente, assistite come parti civili dagli avvocati Romano Zipolini e Annachiara Giorgi, avevano presentato un esposto.
Secondo l’accusa, l’anziano arriva con la figlia al Pronto soccorso del San Luca intorno alle 19,30 del 16 ottobre 2020: accusa forti dolori addominali, ma e gli viene assegnato un codice di cosiddetta “urgenza differibile“. Viene quindi visitato solo dopo alcune ore, intorno alle 22,30. A quel punto viene sottoposto a un’ecografia addominale alle 23,15 che secondo il perito dell’accusa avrebbe evidenziato già un aneurisma di 10 centimetri da operare con urgenza.
L’anziano viene invece trattenuto in attesa di una Tac, effettuata alle 5,30 del mattino. Qui arriva la conferma della gravità della situazione, ma solo dopo le 7 viene disposto il suo trasferimento all’ospedale di Cisanello per un intervento delicato e urgente. L’operazione tecnicamente riesce bene, ma la situazione appare compromessa. Lio Giulio Saponati purtroppo muore una ventina di giorni dopo.
I familiari presentano un esposto in Procura e il pm Alberto Dello Iacono nomina un consulente tecnico per valutare le cause del decesso. I risultati indicano un’ipotesi di negligenze da parte dei tre medici coinvolti. Questi si sono difesi evidenziando l’età avanzata del paziente e il fatto che avrebbe rifiutato di essere trasferito a Cisanello. Ma per il gup Aracri il caso va chiarito al processo.
Paolo Pacini