
Marcello Gozzi
Lucca, 15 aprile 2016 - Non è una persona che gira intorno alle domande. Anzi. E pur se da poco ha preso contatto con la realtà lucchese - da quando cioè c’è stata la fusione delle tre Associazioni Industriali di Lucca, Pistoia e Prato nell’unica Confindustria Toscana Nord - ha ben presente come per le aziende lucchesi sia necessario un sistema creditizio forte così come servano investimenti nelle infrastrutture. Lui è Marcello Gozzi, direttore della nuova grande Confindustria che raggruppa i tre territori e che si appresta ad affrontare le prime votazioni i prossimi 20 e 21 aprile per eleggere i rappresentanti delle sezioni merceologiche. Elezioni che porteranno alle urne ben 1.200 aziende iscritte ad una delle Associazioni più numerose d’Italia. Dunque infrastrutture, ma anche elezioni appunto, i confronti con la Regione, il credito, i pagamenti degli Enti pubblici: tutti temi affrontati in questa intervista esclusiva con La Nazione.
Direttore Gozzi, partiamo proprio dal tema delle infrastrutture che, da che mondo è mondo, sono sempre state importanti per le aziende. Cioè parlo in particolare di assi viari e raddoppio della ferrovia. Quale il giudizio?
«C’è bisogno di infrastrutture, certamente. Non parlo però di tempistiche perché avere aspettative sulla tempistica è difficile. Però il problema delle infrastrutture c’è: pensiamo alla questione ferroviaria e alla linea Montecatini-Viareggio, siamo da Inghilterra del 1800, sia per quello che attiene al trasporto merci che a quella dei passeggeri. Un concetto che è strettamente legato alle condizioni di utilizzo. Uno è disposto anche a pagare di più, ma per un servizio funzionale».
Dunque siamo rimasti indietro in fatto di investimenti...
«Se lei sovrappone la mappa delle infrastrutture di dieci anni fa con quella di oggi, è rimasto tutto uguale. Però sono cambiate le necessità. E questo non è un problema solo locale. Nel nostro Paese abbiamo problemi di realizzazione delle opere pubbliche. Occorrono tempi più celeri. Perché alla fine non è un paradosso che si stiano restaurando le Mura e che poco distante ci siano i Tir sulla circonvallazione?».
Parliamo di un altro problema lanciato lo scorso ottobre da Assocarta: le discariche di pulper di cartiera a rischio chiusura. Cosa pensate di fare?
«Guardi, proprio recentemente abbiamo avuto un incontro con il Governatore Rossi sul cartario. Uno degli argomenti era proprio quello dei fanghi di cartiera. Rossi si è impegnato a trovare una soluzione entro l’anno. Certo è che in altri Paesi usano i fanghi come produzione di energia. Qui da noi invece, se non cambia niente, sarà addirittura un costo in più per lo smaltimento».
Qual è il rapporto con gli istituti di credito?
«Il problema ora non sono i tassi di interesse, ma la tenuta del sistema creditizio che permette più concorrenza e più opportunità».
E come va in fatto di pagamenti dagli Enti pubblici?
«Diciamo che sono stati fatti passi avanti».
Prima, ma forse anche durante la fusione, c’era qualche timore in città per il futuro di Palazzo Bernardini. Come sarà utilizzato dunque?
«Palazzo Bernardini sarà a servizio dell’imprenditoria lucchese. Vogliamo conservarlo e valorizzarlo aprendolo alla città».
Questione elezioni: le prime di un’area così vasta. Come funzioneranno?
«Ogni iscritto ha un numero di voti che corrisponde al contributo versato. Il consiglio sarà formato da 60 membri, diviso per sezioni merceologiche. In tutto le sezioni saranno dieci. Il concetto di questa nuova realtà sarà che aumenterà il livello di rappresentatività e soprattutto ci sarà più possibilità di incidere quando andremo a confrontarci con le istituzioni. Perché dopo, la persona che si interfaccerà con un Ente rappresenterà non più solo un territorio e un certo numero di aziende, bensì tre province e centinaia di imprese».