Marianna Madia, nota esponente del Pd e già ministro, ha perso la causa civile intentata contro i giornalisti del Fatto Quotidiano per gli articoli relativi alla sua tesi di dottorato in Economia del Lavoro conseguito a Lucca presso la Scuola Imt nel 2008.
Il giudice del Tribunale di Roma Damiana Colla con una sentenza depositata nei giorni scorsi ha rigettato la richiesta della deputata, all’epoca dei fatti ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, nei confronti di Laura Margottini, Marco Travaglio, Stefano Feltri per alcuni articoli pubblicati sul quotidiano tra il marzo del 2017 ed il febbraio 2018 per i quali la parlamentare del Pd ravvisava "il carattere diffamatorio e lesivo della propria immagine, onore e reputazione".
Madia sosteneva, infatti, "la portata gravemente diffamatoria e lesiva nei suoi confronti degli articoli" e in particolare evidenziava "che i giornalisti hanno rappresentato circostanze del tutto false in ordine all’asserita copiatura (senza citazione delle fonti) di parte della sua tesi di dottorato in Economia del Lavoro con la quale aveva conseguito nel 2008 il titolo presso la Scuola Imt di Lucca ed alla sua mancata presenza presso l’università olandese di Tilburg per svolgere un esperimento riportato nella medesima tesi di laurea, tale da determinare la contestazione circa la paternità dell’esperimento stesso".
Non è stato del solito avviso il giudice secondo il quale "i quattro articoli del periodo marzoaprile 2017 in contestazione configurano la sussistenza, ad avviso del decidente, di tutte le condizioni citate per il pieno e legittimo esercizio da parte dei giornalisti del diritto di inchiesta, cronaca e critica, tutelati dall’art. 21 della Costituzione e posti a fondamento della libertà di stampa".
Quanto alla tesi presentata in Imt, il giudice sottolinea come "lo studio effettuato dalla giornalista sulla tesi di laurea della Madia risulta accurato e la notizia resa con approfondimento e precisione".