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Terzani e il bisogno di ”tornare tutti a una vita più semplice“

Il terzo incontro di Lucca in Mente a Villa Bottini ha visto protagonisti Folco Terzani e Sigfrido Ranucci. Terzani ha raccontato la sua ricerca di una vita più semplice e autentica, ispirata dagli asceti indiani. Il festival conferma il successo con il tutto esaurito e la consegna di una targa a Ranucci per il suo impegno.

Terzani e il bisogno di ”tornare tutti a una vita più semplice“

Record di presenze a Villa Bottini per il terzo incontro di Lucca in Mente che mercoledì ha visto protagonista, assieme a Sigfrido Ranucci (vicedirettore di Rai3 e conduttore di Report), Folco Terzani, scrittore ed erede ‘spirituale’ del padre Tiziano. Il festival, ideato e curato dalla Fondazione Brf con la direzione artistica di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, ha così confermato il suo trend positivo registrando ancora una volta il tutto esaurito. Il primo incontro, dal titolo "Mete esistenziali", è stato aperto proprio da Terzani.

Lo scrittore – con il carisma che lo contraddistingue – ha raccontato frammenti della sua vita e il suo incontro con Baba Cesare, asceta conosciuto in India e poi divenuto protagonista del suo libro "A piedi nudi sulla terra". Dopo aver trascorso l’infanzia in Oriente nei paesi in cui il padre era inviato, Terzani – come le ha definite lui – ha fatto "tutte le cose per benino": gli studi in Cina, la laurea conseguita in una prestigiosa università di Cambridge, la facoltà di cinema a New York.

Poi, il buio: "Quando mi offrivano qualche lavoro capivo che non era ciò che volevo fare - ha raccontato - Poi mi sono tornati alla mente gli asceti che avevo visto in India da bambino: uomini con capelli lunghissimi, una vita semplice, un’aria solenne tipica di chi sapeva molto più degli altri. Da noi queste persone esistono solo nel vangelo. Ho deciso così di tornare là a cercarli, avevo 27 anni e un gran bisogno di parlarci. Una volta là ho incontrato un personaggio bellissimo. So tante lingue ma l’hindi proprio non lo parlo, non sapevo in che modo comunicare con lui. Ho tentato con l’inglese: "Da dove vieni?", gli ho chiesto. "Italy", mi ha risposto. Era Baba Cesare. Ero finito dall’altra parte del mondo per trovare un asceta italiano".

"Un uomo forte, libero, fuori dagli schemi, ma quando ha iniziato a raccontarmi il perché era finito lì tutto è cambiato - ha raccontato - nella vita aveva fatto solo errori, droghe, problemi con la legge, poi la fuga in India e la scelta di una vita diversa".

"C’è bisogno di tornare tutti a una vita più semplice - ha concluso - Mi piace tanto vivere in montagna, scalzo, fare il bagno nei fiumi. Là non c’è bisogno di nessun intrattenimento, abbiamo la bellezza davanti gli occhi senza avere quadri".

Al termine dell’evento il presidente della Fondazione Brf con il sindaco Pardini ha consegnato a Ranucci una targa per il suo impegno.

Giulia Prete