Teatro del Giglio-Puccini. I dubbi del Pd: ”E’ solo marketing”

La direzione comunale del partito boccia seccamente la proposta dell’amministratore unico Lazzarini ”E’ fumo negli occhi per nascondere che non c’è un programma di ampio respiro per il Giglio e per Puccini“.

E’ un ‘no‘ secco quello che arriva dalla segreteria del Pd alla proposta di aggiungere il nome di Giacomo Puccini a Teatro del Giglio. Con una riflessione ampia e senza non vuole mettere in discussione l’importanza del Maestro, il Pd vuole ”evidenziare l’inefficacia di certe proposte che assomigliano a mere campagne di marketing, soprattutto perché non supportate da un progetto di crescita, da un programma culturale, da una visione".

"Se c’è un aspetto affascinante della storia di Lucca – dice poi il Pd – è la sua capacità di attraversare i tempi e le mode senza venire stravolta nel suo animo più profondo. Nomi illustri in campo scientifico, intellettuale, artistico, sportivo, economico, religioso sono usciti dalla nostra città, ma qualcosa di superiore ha sempre vigilato affinché nessuno di loro prendesse il sopravvento. Il rispetto che i lucchesi riversano verso la città ha qualcosa di sacro: la città arriva prima. Lo era ai tempi della Repubblica e lo è oggi. Non è raro a Lucca vedere che la casa dove è nato un illustre cittadino non abbia alcun suo riferimento toponomastico. Così capita che le statue dei grandi del passato siano state messe soltanto alla fine dell’800, oppure che quelle dei musicisti siano state aggiunte di recente: Puccini nel 1994, Boccherini nel 2008. Niente però ha modificato i nomi delle vie o delle piazze: la casa natale di Puccini resta in Corte san Lorenzo, all’angolo tra via di Poggio e piazza Cittadella. Al più grande artista rinascimentale lucchese, Matteo Civitali, è stato riservato uno spazio nel loggiato di Palazzo Pretorio, in piazza San Michele, ma per capire a chi appartiene è necessario avvicinarsi".

Secondo il Pd, dunque, "a Lucca è Lucca a dettare i tempi e gli stili. Ecco perché questa smania di pubblicizzare ogni cosa in nome di concetti esasperati come ‘brandizzare‘, ‘valorizzare le eccellenze‘, ‘dare visibilità‘, ‘rendere social‘, non valorizza l’animo della città, che ha fatto del suo essere discreta e riservata l’elemento più affascinante e paradossalmente anticonformista della sua storia, passata e recente. Per questo la proposta di modificare il nome del Teatro rischia, a nostro avviso, di essere mero fumo negli occhi, come per dire che si sta facendo qualcosa per le Celebrazioni pucciniane, nascondendo di fatto la triste realtà: a oggi non c’è un’idea, un programma ambizioso, un progetto culturale di ampio respiro per il Giglio e per Puccini".

In conclusione, secondo il Pd, "non c’è alcuna mancanza di rispetto del genio di Puccini a lasciare il nome del Teatro del Giglio immutato, ma anzi è intorno al teatro storico, ultimo rimasto di una gloriosa tradizione, che si raccolgono i geni musicali della città, indiscriminatamente. Perché Parigi varrà pure una messa, ma Lucca non vale un Tik Tok".