MASSIMO STEFANINI
Cronaca

Burgnich, il ricordo della "sua" Altopascio: "Era di poche parole, ma speciale"

Per anni ha vissuto con la famiglia nella villa di Badia Pozzoveri. In paese era sempre affabile con tutti

Tarcisio Burgnich in famiglia a Milano

Lucca, 27 maggio 2021 - Sarti, Burgnich, Facchetti e via a seguire gli altri. Una formazione che ogni bambino snocciolava a memoria negli anni Sessanta, quando il turn-over ed altre diavolerie del calcio moderno non c’erano. E lui, Tarcisio Burgnich, invece, c’era sempre. In quella mitica Inter allenata da Helenio Herrera era titolare fisso, malgrado la giovane età, come lo era Sandro Mazzola che venne al suo matrimonio, a Badia Pozzeveri. Fece scalpore all’epoca, vedere arrivare in paese e nella piccola chiesa Armando Picchi, Giacinto Facchetti e molti celebrati campioni. Sì, perché Burgnich, non solo si era sposato nella frazione di Altopascio, ma poi ci ha vissuto per mezzo secolo; salvo, negli ultimi anni, trasferirsi a Viareggio dove oggi, alle 14,30, alla chiesa Don Bosco, si svolgeranno i funerali.

Altopascese di adozione, dunque. La Roccia, come era soprannominato, perché implacabile come difensore, era un uomo affabile e generoso. Lo trovavi in banca, fare la fila come tutti, attendere il suo turno a prendere il caffè o il giornale e scambiava volentieri qualche commento con chiunque. "Era di una gentilezza squisita, speciale – ricordano all’edicola Regoli – acquistava la Gazzetta dello Sport e ci è rimasto in mente che una volta, stava piovendo a dirotto, andò alla macchina di un signore anziano senza ombrello e lo accompagnò riparandolo".

L’anti vip per eccellenza. Eppure era un personaggio con la P maiuscola, con scudetti vinti con Juventus prima e con l’Inter dopo, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali con i nerazzurri, fece a tempo a mettere in bacheca anche una Coppa Italia con il Napoli a fine carriera. Con la Nazionale ha sfiorato una doppietta clamorosa: vittoria agli Europei 1968, secondo al Mondiale del 1970, fermato dal mitico Pelè.

Il figlio Gualtiero ricorda: "I miei genitori si erano conosciuti a Torino, quando papà giocava nella Juventus, visto che i miei nonni materni gestivano un ristorante nel capoluogo piemontese. Siccome erano originari della Lucchesia, le nozze vennero celebrate qua". Alla lista dei ricordi si aggiunge Giancarlo Panichi, il quale insieme al padre è stato titolare del famoso ristorante ed albergo "Cavalieri del Tau" in via Gavinana: "Conservo le foto di quanto la Nazionale venne da noi a mangiare per spostarsi a giocare un’amichevole in zona, c’erano Valcareggi, Corso, Bulgarelli". Vasco Grassi, ex direttore della fattoria del Buonamico, anni fa, lo ricorda così: "Da buon friulano era molto riservato e di poche parole, ma speciale. Il figlio ha lavorato con noi, persone eccezionali".