Il caffè è un pochino più amaro. Il costo della tazzina al banco sale, e insieme a lei anche le polemiche in città. Come giustificano gli aumenti dei prezzi in molti bar lucchesi, i baristi della città? Siamo andati a chiederglielo. "È aumentato tutto, dalle fatture all’IVA, - dice Alexandra Baluca del bar Buralli - , ma non solo a noi, credo a tutta Italia e in ogni ambito. Ci teniamo ai nostri clienti, li ringraziamo, ma se mai dovessimo aumentare è solo per rientrare nei costi. A noi la fattura di una settimana di caffè ci è costata 1.200 euro, capisce bene che per guadagnarci sopra il caffè dovrebbe stare a più di 1,30 euro. Per noi fanno la differenza sulle spese". Gli aumenti sembrano più che necessari per garantire la sopravvivenza delle attività. Non è più solo la tazzina ad essere aumentata, anche le paste salgono di prezzo, fino ad 1,40 euro l’una.
"Quando si aumenta lo si fa prendendo in considerazione un po’ tutto, dagli aumenti delle utenze a quello dei costi del caffè - racconta Ciro Marcone del Caffè del Teatro - . L’obiettivo non è lucrare sulle tasche dei cittadini, ma anzi, riuscire a mandare avanti il tutto, e rientrare nelle spese. In questo periodo tutto costa di più, polemizzare sui dieci centesimi del caffè non mi pare corretto. Non sono soldi che arrivano alle nostre tasche, servono per restare aperti". Bollette più materie prime care, il risultato sembra ovvio: i bar del centro servono un caffè più “salato“. Che piaccia o no, bisogna tenersi a galla e spesso quei dieci centesimi a caffè fanno la differenza. "Quello che dobbiamo premettere è che gli aumenti ci sono per tutti, non credo esista una sola persona, in qualsiasi ambito lavorativo o familiare, che non abbia subìto aumenti - dice Tatiana Bassetti, titolare del Turandot - . Ricordiamoci che una volta il caffè aveva lo stesso prezzo dei giornali, solo che quando ad aumentare è il costo del giornale va bene, invece se è quello del caffè al banco sembra questione di vita o di morte. Purtroppo bisognerebbe mettersi nei panni di chi sta dall’altra parte e capire che il caffè costa anche a noi, più di prima".
Rebecca Graziano