
Il sindaco Mario Pardini ha annunciato ieri con un video sui social di procedere alle vie legali dopo la bagarre in consiglio comunale sul caso-Palmeri (foto Alcide)
"Anche oggi si è passato il limite. Ho deciso di procedere per le vie legali perché la misura è colma. Si sono raccontate falsità e si è offesa l’istituzione e la mia persona. Non sono un "sindaco in odore di mafia" come mi è stato detto, né un sindaco che ha "difeso a spada tratta" un latitante": il sindaco Mario Pardini ha deciso.
Dopo aver riguardato i filmati del consiglio comunale nel quale il consigliere di opposizione Daniele Bianucci aveva definito la sua risposta in aula sulla presenza dell’assessore Barsanti alla festa della curva dei tifosi della Lucchese "una risposta che avrebbe potuto dare un qualsiasi sindaco in odore di mafia" e, soprattutto, dopo le nuove prese di posizione delle forze di centrosinistra che hanno rincarato la dose, il primo cittadino ha rotto gli indugi con un video sul suo profilo Facebook. Annunciando la querela.
"I gruppi di minoranza – ha ricordato nel video – stanno portando avanti una narrazione non vera, non sono disposto a tollerare il livello di scontro che è una cosa vergognosa, sono due anni che ricevo offese: io, la mia famiglia e i miei collaboratori e anche i membri della amministrazione. Non è politica".
Poi Pardini è tornato a ricostruire i fatti che affondano in quella festa della curva rossonera a cui era presente, come tutti gli anni, anche l’assessore Barsanti e durante la quale, a sorpresa, ha parlato per pochi minuti in collegamento telefonico, tra gli altri, anche Andrea Palmeri, sul cui capo pesa una condanna a 5 anni. “Quello che è successo e continua a succedere – ha ribadito Pardini – supera ogni livello di decenza e non lo tollero più. L’evento è organizzato da decenni in uno spazio pubblico ma gestito dalla Lucchese, c’erano tifosi che non ci voteranno mai e non era annunciata la presenza in collegamento con Palmeri. Questa amministrazione è sempre stata a difesa la legalità e far passare il messaggio da parte del consigliere (Bianucci, ndr) che ho difeso a spada tratta un latitante.... le parole hanno un peso e non basta andare in consiglio comunale a dire buonasera a tutti e tutte per far l’inclusivo. Nono tollero più che si faccia una narrazione falsa nella città. Al consigliere è stato fatta una offesa grave? Gli sono vicino ed è vergognosa ma è successo settimane fa sui social. E non ne sapevo nulla: il consigliere pensa passi le giornate a guardare i post? E chi lo sapeva? Ho ricevuto tanti messaggi in queste ore, molti da gene che non ci vota, ma che è stufa di questo scontro che non è tollerabile".
In precedenza, proprio Bianucci era tornato a far sentire la sua voce, ricalibrando le accuse. "Hanno preferito montare una polemica sul nulla proprio per giustificare Barsanti e un latitante come Palmeri – ha dichiarato l’esponente della sinistra – per poter rimanere in silenzio su quanto accaduto, visto che non mi sono mai permesso di definire il sindaco mafioso. Proprio perché sono un componente del Consiglio comunale, sarebbe importante che l’Amministrazione tutta e il sindaco difendessero pure la principale istituzione cittadina dalle pesanti offese che Palmeri mi ha rivolto e che pure oggi continua a ribadire sui social dall’impunità della sua latitanza. E sarebbe importante rispondessero alle domande che poniamo per sgombrare finalmente ogni dubbio che la giunta non fornisce alcuna giustificazione politica a un condannato in via definitiva per reati gravi".
"Sono sinceramente grato – ha aggiunto – alle tantissime persone, istituzioni, associazioni e forze politiche, a partire dalla mia famiglia, che mi sono stati vicino: da tutti voi, invece, non sono stato lasciato solo - conclude Bianucci - Mi spiace che qualcuno abbia voluto strumentalizzare le mie affermazioni e montarle ad arte, solo per non rispondere alle domande poste su un fatto grave e per evitare di prendere posizione sulle offese che ho ricevuto".
Fabrizio Vincenti