Sono giorni di tensione per il futuro di alcuni istituti scolastici della provincia di Lucca. La giunta regionale, prevede di approvare lunedì prossimo la delibera con la quale si darà corso a un piano di ridimensionamento con ipotesi di accorpamento. In Toscana si parla di 15 realtà, di queste 4 in provincia di Lucca: i comprensivi di Sant’Anna di Stazzema, Pescaglia, Bagni di Lucca e l’istituto di istruzione superiore Don Lazzari Stagi di Pietrasanta.
Preoccupato il sindacato per i risvolti dal punto di vista lavorativo. In una nota, infatti, la FLC-Cgil afferma che "oltre a comportare disservizi per le famiglie degli studenti delle scuole soppresse, ci saranno anche gravi conseguenze a livello lavorativo; il ridimensionamento significherebbe una riduzione del personale scolastico, con conseguenze particolarmente gravi per il personale Ata, ma anche per il personale dirigente, costringendo al ricollocamento di due dirigenti scolastici e di tre Dsga nella provincia di Lucca".
Per la Cgil scuola "non vanno dimenticate le conseguenze di carattere didattico e organizzativo: l’accorpamento implica che gli studenti di due diverse scuole vengano riuniti in un unico istituto, con complicazioni a livello amministrativo, di sovraffollamento, di qualità della didattica e di rischio di abbandono scolastico".
Parole che suscitano le protna replica dell’assessora regionale alla scuola, Alessandra Nardini. ”Trovo davvero sorprendenti – dice – le dichiarazioni della Cgil di Lucca e lo dico con il massimo rispetto che sono solita portare a chi rappresenta lavoratrici e lavoratori. Mi preme ricordare che la Regione Toscana si è opposta in ogni modo, con il voto contrario in Conferenza delle Regioni, con il ricorso alla Corte Costituzionale e al Tar del Lazio, rispetto alla scelta del Governo Meloni sul dimensionamento. Proprio per questo – aggiunge – a settembre, avevamo approvato in Giunta, su mia proposta, una delibera che non imponeva ai territori di tagliare nel prossimo piano di dimensionamento 15 autonomie scolastiche, come invece indicato dal Governo, in attesa della sentenza della Corte Costituzionale. Adesso l’espressione della Consulta c’è stata e, visto che le sentenze si rispettano anche quando non le condividiamo, è chiaro che dovremo rivedere la nostra scelta e adeguarci. Quello che mi stupisce è che la Cgil non menzioni il fatto che, da mesi, è aperto un confronto con gli Enti Locali e le organizzazioni sindacali, con cui abbiamo condiviso ogni passaggio per evitare tagli linearie indistinti calati dall’alto".
Maurizio Guccione