Sanità, ‘sos‘ dei medici di famiglia “Burocrazia e attacchi: così non va“

Il dottor Mencacci (Fimmg): “Siamo pochi e in affanno e causa del gap provocato dal numero chiuso“. Ora ci si mette anche l’influenza “precoce“: si distingue dal Covid perchè ha sintomi più “violenti“

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In un quadro di sanità colabrodo nel mirino ci sono anche loro, i medici di famiglia. Pochi, sommersi da burocrazia, scia pandemica e ora anche da un’influenza giunta in anticipo, alle prese con 1.500, talvolta anche 1.800 assistiti, i medici di famiglia - spesso accusati di essere poco reperibili e reattivi - non ci stanno a far da parafulmine. E’ il segretario provinciale della FIMMG (Federazione italiana medici di medicina generale), dottor Lorenzo Mencacci, a parlare.

“Ci accusano di non essere reperibili dopo le 20 e nel fine settimana. Forse non tutti sanno che l’accordo integrativo nazionale prevede che sia la guardia medica chiamata oggi continuità assistenziale a assicurare la copertura del servizio in quelle fasce orarie”.

Eppure, dottor Mencacci è innegabile che ci sono falle nel sistema che l’assistito sconta, non crede?

“Certo, è vero. E la causa sono le scelte di politica sanitaria fatte negli anni, la mancata programmazione che ha portato a un progressivo drammatico assottigliamento del corpo medico. Con l’università a numero chiuso si è creato un grosso gap tra chi va in pensione e chi dovrebbe subentrare, eppure era largamente prevedibile che a partire dal 2020 sarebbero mancati i medici”.

In che misura mancano?

“I numeri sono importanti, e le possibilità di rimediare a corto raggio sono al lumicino. Consideriamo anche il fattore economico, che un tempo era un’attrattiva, non è un caso che tanti medici laureati scelgano di andare a lavorare all’estero“.

Le situazioni più critiche?

“Ci sono turni scoperti di guardia medica in Garfagnana, zona disagiata. Per tamponare la situazione è stato disposto che un medico copra due postazioni, con le difficoltà che ne conseguono“.

Vi sentite sotto attacco?

“Di certo siamo distrutti, anche moralmente. Un lavoro, il nostro, aggravato da una burocrazia che nel 2022 è incomprensibile: si chiede un certificato per tutto anche per la mensa del bimbo a scuola. E l’aspettativa è sempre più alta anche se l’accordo collettivo prevede che le visite, salvo urgenze, debbano essere richieste entro le 10 della mattina, altrimenti si va al giorno successivo“.

Covid e influenza, trova le differenze...

“Ci sono eccome. Secondo la mia esperienza personale il Covid ormai è paucisintomatico mentre l’influenza stagionale, giunta in anticipo, porta con se febbre alta e tutta la sintomatologia tipica annessa“.

A complicare la vita, dica la verità, c’è anche una platea di assistiti più ipocondriaca rispetto al passato?

“Sicuramente la richiesta di salute è aumentata. E poi c’è dottor Google, “colui“ che tutto sa e rispetto al quale, di fronte a un paziente che pensa di saperne di più documentandosi online, dobbiamo sempre dimostrare di essere all’altezza. Facendo presente, ad esempio, che quell’unghia nera è conseguenza di un piccolo trauma e non un melanoma“.

Laura Sartini