REDAZIONE LUCCA

San Riccardo re morto nel 722 e sepolto in San Frediano

Un re senza corona e senza spine… verrebbe da definirlo, come l’adagio di una canzone di De Andrè. Nessuno è riuscito a sciogliere i dubbi e a districarsi tra leggenda e storia vera. Sappiamo solo che a Lucca è morto un re… San Riccardo re. Un sant’uomo di sicuro; il fatto che fosse anche re, come per tanti secoli è stato sostenuto, sembra che non fosse vero.

Si tratta comunque di un personaggio dalla storia singolare che lo distingue da tanti altri santi, in quanto la sua santità gli è stata attribuita ad honorem dalla chiesa, soprattutto per il merito di aver educato ed avviato a vita spirituale eccelsa, i suoi tre figli, due maschi e una femmina, Villibaldo Vunibaldo e Valburga, tutti e tre a loro volta divenuti santi per aver contribuito ad evangelizzare la Germania. San Riccardo, il cui nome potrebbe anche essere frutto della fantasia popolare e di cui si sa pochissimo, era originario della regione meridionale inglese del Wessex e sembra fosse più un nobile molto ricco che non un re che ad un certo punto della vita, aveva deciso di intraprendere il cammino di espiazione verso la Città eterna e verso la Terra Promessa, spogliandosi dei suoi averi e incamminandosi lungo la via Romea come un normale pellegrino con i suoi due figli ventenni. Un pellegrinaggio durato due anni circa, un cammino lungo e faticoso, pieno di insidie che lo portò a superare il canale della Manica, a percorrere a piedi tutta la Francia e a valicare Alpi e Appennini, prima di giungere a Lucca, ormai stremato e senza forse. Re Riccardo approdò nel 722 d.C. alla magione del Tau di Altopascio, in cerca di ristoro ma non riuscì a ripartire da Lucca, dove lo colse la morte e dove fu sepolto nella basilica di S.Frediano.

Solo i suoi figli riusciranno a completare il cammino, prima di diventare a loro volta dei missionari della chiesa in Germania. Villibaldo fonderà il doppio monastero di Heidenheim, divenendo il primo vescovo di Eichstatt mentre Vunibaldo resse lo stesso monastero insieme a Valburga. Intanto a Lucca, i lucchesi rimasti suggestionati dalla fama che aveva accompagnato la figura di Riccardo Re, cominciarono a rivolgere a lui le loro preghiere, ottenendo in breve tempo, una serie di grazie che fecero gridare al miracolo. Così, quando in Germania morì il figlio Villibaldo, la cittadina di Eichstatt, espresse la volontà di avere anche i resti del padre, per seppellirli insieme al figlio ma i lucchesi si opposero fermamente, ormai affezionati al loro protettore, concedendo solo un po’ "di polvere della tomba di S.Riccardo re".

Poi ci pensò il facoltoso Lorenzo Trenta a commissionargli una tomba regale, all’altezza della sua fama, facendo realizzare a sue spese in S.Frediano, la cappella Trenta che oggi ne porta il nome, raccogliendo le spoglie mortali di S.Riccardo, in un sarcofago romano posto sotto l’altare a lui dedicato e il bellissimo polittico in marmo della Vergine con Bambino commissionato a Jacopo della Quercia nel 1422. Da quel momento, San Riccardo Re riposa in pace nella nostra città con buona pace dei tedeschi e la sua festa viene ricordata dal calendario cristiano il 7 febbraio.