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San Francesco: Claudio Strinati racconta l’arte

Domani alle 21 l’incontro sul tema “Capire la bellezza è la funzione dell’anima“ per la rassegna delle “Conversazioni“

San Francesco: Claudio Strinati racconta l’arte

Riparte in questo fine settimana la Xª edizione delle ”Conversazioni in San Francesco”, evento a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Con “Appunti di viaggio”, domani alle 21 la chiesa di San Francesco ospiterà lo storico dell’arte Claudio Strinati, uno dei massimi esperti della materia, già Soprintendente per il Polo Museale romano e curatore di numerose mostre a partire da Caravaggio, Raffaello, Tiziano e Tiepolo. Divulgatore di storia dell’arte in importanti trasmissioni radiotelevisive della Rai, per i tipi di Salani editore ha pubblicato l’interessante volume “Il giardino dell’arte”. Il titolo dell’incontro è “Capire la bellezza è la funzione dell’anima”. A Strinati abbiano posto alcune domande sul senso dell’incontro all’interno del quale sarà intervistato da Federico Giannini, direttore della rivista online “La finestra sull’arte”.

Lei propone un viaggio nell’arte, da dove partire per far conoscere le nostre opere magari appassionando i più giovani?

"Nella vita la mia attività è dedicata alla divulgazione raccontando le opere d’arte anche attraverso il mio canale Youtube; credo che sia importante veicolare le opere d’arte sotto forma di narrazione: perché esse non parlano e per attivare una conoscenza interessata è utile mettersi al posto dell’opera; lo studioso sa che cosa è stato detto da parte degli esperti e deve tenere conto che talvolta il senso non è soltanto uno; l’importante è avvicinare e destare interesse. A Lucca si tratterà di un colloquio che tocca aspetti come la bellezza, l’armonia, la pace".

Nel suo libro “I giardini dell’arte”, racconta il viaggio di un dottorando in Storia dell’arte che dal Canada viene in Italia: che cosa scopre?

"Scopre finalmente il patrimonio artistico che ha studiato e che in Italia, le opere d’arte viste da lontano, rientrano in una normalità di vita; quello che lo studente incontra, come del resto tutti noi, è fatto di persone, esseri viventi, attraverso la quotidianità perché l’opera d’arte è passato e presente contemporaneamente: la Venere di Botticelli che vedo oggi è la stessa che vide l’autore dell’opera".

L’Italia è un Paese immensamente ricco di opere d’arte, che cosa bisognerebbe fare per accrescere l’interesse?

"L’interesse già esiste, forse bisognerebbe incrementare lo studio, farlo partecipare alla normale attività didattica: è quindi un problema di educazione; non bisogna perdere di vista che la materia artistica è materia di studio al pari di altre". Quanto e come la Storia dell’arte dovrebbe essere insegnata oggi nelle scuole? "Sono ormai lontano dal mondo dell’insegnamento ma indubbiamente, oggi, l’intelligenza artificiale, l’utilizzo degli strumenti elettronici, rappresenta un toccasana perché si rivela strumento di studio utile a ispezionare: e la materia di studio è fatta di una continua, assidua ispezione". Lei viene a Lucca, la terra di Matteo Civitali: che cosa dire delle sue opere?

"Matteo Civitali è indubbiamente uno degli “eroi” di quella parte della scultura che ha cambiato la percezione attraverso la complicità nella prospettiva dell’immagine; un gigante dell’arte che ha utilizzato anch’egli un linguaggio iper rivoluzionario: una visita a Lucca ci ricorda che sono esistiti, appunto, giganti come lui".

Maurizio Guccione