
La vita professionale di Bruno Russo è legata quasi esclusivamente alla Lucchese: prima come calciatore, poi come dirigente ed oggi come presidente. Nel corso di 13 anni, dal 1989 al 2002 ha indossato per 353 volte la maglia rossonera, risultando così uno dei "fedelissimi", dall’agosto 2011 è diventato direttore generale del FC Lucca 2011, nuova società che ha militato nell’Eccellenza Toscana e sorta dalle ceneri della Lucchese, estromessa dal calcio professionistico causa il fallimento.
La squadra ha vinto agevolmente il campionato 2011-2012 e Russo rimane nel suo ruolo di direttore generale anche nella successiva stagione di Serie D quando i rossoneri hanno riassunto la denominazione di Lucchese.
Nella primavera 2014 con la formazione rossonera ha ottenuto la promozione in Lega Pro; quindi ha lasciato la società nel dicembre successivo. Nell’estate 2019, dopo il terzo fallimento della società, è tornato alla guida della Lucchese in Serie D, che ha conquistato al primo tentativo la promozione in Serie C. Si va verso il debutto in campionato. Quali sono le sue sensazioni?
"Personalmente sono felice di iniziare questa nuova avventura come presidente della Lucchese, pur con tutte le difficoltà e le problematiche legate al Covid. Il fatto di ripartire dalla Lega Pro, cioè da un campionato professionistico, aumenta le mie responsabilità e di quelle degli altri amici-dirigenti, con i quali abbiamo iniziato un percorso, che dopo appena un anno, ha riportato la Pantera a giocare in serie C. C’è, dunque, grande soddisfazione da parte mia per aver centrato questo primo traguardo e al tempo stesso sento la responsabilità del ruolo che sono stato chiamato a ricoprire, perché la Lucchese è la più alta espressione calcistica della intera provincia e perché alle spalle ci sono 115 anni di una storia spesso gloriosa".
Con quale obiettivo parte una squadra che è stata costruita quasi ex novo?
"Prima di tutto il mantenimento della categoria, quindi la valorizzazione dei giovani, perché siamo convinti, sulla base delle esperienze che abbiamo maturato in tanti anni che stiamo in mezzo al calcio, che solo aiutando i più giovani a crescere, a dar loro fiducia, le società, specialmente quelle di serie C, possono sopravvivere. Sono inoltre contento per il lavoro che la squadra ha fatto durante la preparazione e attraverso tre amichevoli di lusso, che ci hanno permesso di riallacciare importanti rapporti con società di categoria superiore. Credo, inoltre che la squadra sia migliorabile, sia sotto l’aspetto del lavoro, che in questa ultima fase del mercato".
Che cosa rappresenta, infine, il varo del progetto-stadio?
"Un aspetto fondamentale per il futuro di questa società. Sono state gettate le basi di un percorso che in tempi giusti porterà Lucca e la Lucchese ad avere un Porta Elisa moderno, efficiente, più vivibile anche per le famiglie. E se tutto questo diventerà presto realtà, dobbiamo dire grazie agli imprenditori lucchesi che hanno …sposato da subito il progetto, alla amministrazione comunale che è sempre stata al fianco della Lucchese".
Emiliano Pellegrini