REDAZIONE LUCCA

“Ricovero da incubo al S.Luca“, scatta l’esposto

Un calvario lungo oltre un mese e mezzo per una signora di 98 anni: “E’ andata in coma per il dolore ed era piena di piaghe“

Lei, 98 anni compiuti, in pratica l’ospedale non l’aveva mai visto in vita sua. Una salute di ferro, con qualche inevitabile piccolo “tilt“ negli ultimi tempi. E uno di questi, il 13 luglio scorso, le è valso un autentico, infinito calvario al San Luca. Un incubo per lei e per la famiglia che ora si è tradotto in un esposto alla Procura.

“Mia mamma è entrata al pronto soccorso del San Luca il 13 luglio scorso per un blocco intestinale – racconta la figlia – e ne è uscita dopo indicibili sofferenze e momenti in cui ci eravamo rassegnati a perderla, solo il 31 agosto dove finalmente è approdata all’oasi delle cure intermedie al Campo di Marte dove è rinata grazie alle amorevoli e professionali cure di tutto il reparto“. Quello che è successo prima è tutto agli atti della denuncia fatta dalla famiglia, foto comprese. “Mia madre ha aspettato 4 giorni in pronto soccorso, ma lì almeno è stata seguita. L’incubo è iniziato all’Obi, dove è stata trasferita il 17 luglio. Con tecniche che non definirei non invasive e certo non indolori, hanno cercato di risolvere un problema creandone uno più grosso: per il dolore mia madre era entrata in coma. Intorno a me un disco rotto da parte del personale: ha 98 anni, bisogna mettersi l’anima in pace, non facevano che ripetermi. Quando sembrava ormai sotto la soglia minima di battiti, è successo però l’incredibile. Si è ripresa“. Quindi una svolta positiva, ma solo in parte.

“La storia continua, purtroppo, nel reparto di medicina dove è stata trasferita, con la sfortuna che il bravissimo dottor Vannucci il giorno dopo il ricovero andava in ferie – sottolinea la nostra lettrice –. Mia mamma è arrivata lì senza una piaga. Dopo qualche giorno invece ne era piena. In più nonostante le mie sollecitazioni è stata lasciata dalla mattina alla sera sporca di feci. A un certo punto gli ho urlato, e loro lo hanno anche formalizzato, che sembrava un lager, ma un termine migliore non mi veniva. A quel punto ho fatto denuncia ai carabinieri di San Concordio che hanno sequestrato la cartella clinica, 450 pagine. Da quel momento mia mamma in medicina setting B è stata trattata come una regina. Ma solo da quel momento. Ora è tornata a casa, ma quell’incubo è difficile dimenticarlo“.

Laura Sartini