Ricorso al Tar sulla Geal. Il Comune vuole difendere l’autonomia dell’acqua

Per la legge regionale dovrebbe confluire entro il 2025 nell’azienda di ambito . Le ipotesi: Gaia o in alternativa Acque. Ma la giunta avvia la battaglia legale.

Ricorso al Tar sulla Geal. Il Comune vuole difendere l’autonomia dell’acqua

L’Autorità Idrica Toscana ha negato nei giorni scorsi al Comune di Lucca la possibilità di salvare. l’autonomia di Geal, l’azienda gioiello che da decine di anni gestisce l’acqua e le fognature: scatta un ricorso al Tar

Geal, il Comune di Lucca tira a diritto e si rivolge al Tar dopo che l’Autorità Idrica Toscana ha negato nei giorni scorsi la possibilità di salvare una delle aziende gioiello di proprietà pubblica. Su Geal, che gestisce l’acqua e le fognature da decenni a Lucca e che secondo la legge regionale dovrebbe confluire entro il 2025 nell’azienda di ambito che è Gaia (o in alternativa Acque), il Comune non si dà per vinto e, forte del parere del parere dello Studio Associato Caniparoli che ha gestito situazioni analoghe ma anche del via libera degli uffici interni, intende dare battaglia per mantenere l’autonomia dell’azienda. La vicenda, sulla quale ha anche lavorato una commissione speciale comunale che ha ascoltato il parere di numerosi soggetti esterni, ha avuto un’accelerazione nelle ultime settimane. A fine luglio, il Comune ha inoltrato l’istanza all’AIT che, dopo uno scambio di corrispondenza e di controdeduzioni, si è espressa negativamente ai primi di settembre: per l’Autorità, non c’è la possibilità di rimanere autononi, non ci sono i presupposti per far scattare l’articolo 146, comma 2bis del DL 152/2006, che riconosce la possibilità di continuare in autonomia, a patto di presentare alcuni requisiti, e che prevedeva comunque la possibilità di avvalersene entro il giugno 2022, ovvero entro il mandato del sindaco Tambellini che non presentò domanda.

Secondo lo Studio Associato Caniparoli, ma anche secondo gli uffici comunali che hanno provveduto anche a rifare le analisi delle acque confermando che i parametri sono quelli richiesti dal Decreto, la scadenza, come dimostrerebbero alcune sentenze, non sarebbe perentoria e dunque ci sarebbe ancora spazio per salvare Geal da una fusione a cui molti guardano comunque con apprensione. Dopo il diniego, il Comune ha 60 giorni per ricorrere al Tar – dunque entro i primi giorni di novembre – e Palazzo Orsetti ha già dato mandato ai suoi legali per muoversi in sede Tar.

Bocche cucite in Comune, ma la battaglia è solo all’inizio, considerando anche l’eventuale secondo grado di giudizio del Consiglio di Stato. Ma la scelta di tirare a diritto è ormai presa, anche se non è da escludere, come accennò il sindaco Pardini, una eventuale trattativa prima di tutto con Gaia. "Se questa strada ci viene preclusa – dichiarò a luglio Pardini – sarà importante, come abbiamo sempre detto, andare dove possiamo contare di più e l’ambito giusto è quello di Gaia dove diverremmo un importante azionista".

Fabrizio Vincenti