
Il Coordinamento lucchese del Comitato Toscano Sanità è a favore del referendum consultivo che vorrebbe cancellare le macro Asl
E’ iniziata in tutti i Comuni la raccolta firme lanciata dal Coordinamento lucchese del Comitato Toscano Sanità per il referendum consultivo che vorrebbe cancellare le macro Asl e riportare la sanità a una dimensione provinciale o comunque più circoscritta, in modo che i servizi restino effettivamente sul territorio. “Lo scopo del referendum – spiega il coordinamento lucchese del comitato – è proprio quello di rivedere l’assetto del Servizio Sanitario Regionale incentrato su tre mega Asl di area vasta. Questa riorganizzazione, avvenuta nel 2015, ha prodotto una serie di criticità che devono essere assolutamente risolte. Le macro Asl sono state la causa di un tragico ridimensionamento nei servizi territoriali, disagi per gli spostamenti per visite ed esami, chiusura di punti nascita, lunghe liste di attesa e accessi problematici ai pronto soccorso: una sanità sempre più lontana dai bisogni delle persone. Per questo il Comitato Toscano Sanità vuole cambiare la situazione utilizzando lo strumento del referendum, che non ha quorum e che può ridare voce ai cittadini e alle cittadine toscane“.
Le firme si raccolgono ai banchetti e ai presidi che verranno allestiti nei comuni della lucchesia ed è possibile firmare anche presso gli Urp dei Comuni dove il comitato in questi giorni ha diffuso i moduli per la firma. “Invitiamo a firmare per il referendum che potrà portare a migliorare la sanità pubblica in Toscana“, così il comitato. Tante le criticità, secondo l’analisi del comitato, che fanno capo più alla disorganizzazione e al mare di burocrazia che alla carenza di personale- Mancano i posti letto: “La Regione ha impoverito l’offerta sanitaria lucchese in modo catastrofico, il capoluogo deve avere una riabilitazione con letti per non costringerci a costose trasferte a Barga“. “Manca il personale ed è emergenza nazionale ma a Lucca – osserva il comitato – abbiamo anche la malagestione per cui il poco personale è dirottato verso il Cot o altri servizi di poca utilità. E il territorio soffre“. Altra criticità assoluta le liste di attesa: “Il problema si risolve non solo con i soldi in più ma combattendo le inefficienze e i privilegi. Seguiamo l’esempio del direttore della Asl di Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael che ha riportato le liste di attesa a tempi normali semplicemente applicando le leggi che ci sono che che troppi dirigenti Asl non hanno il coraggio di applicare“.
Laura Sartini