Mentre crescono le adesioni sale anche un po’ di tensione (politica) intorno al Toscana Pride in programma sabato 7 settembre a Lucca. Da sinistra arriva una dura reazione alle parole del vescovo di Lucca Paolo Giulietti che aveva espresso “vicinanza e solidarietà a tutti coloro che subiscono ingiuste emarginazioni“, ma aveva anche ribadito una netta distanza da alcune delle rivendicazioni dei promotori.
“Parole che non stupiscono – scrive Lucia Del Chiaro (Sinistra con) – , ma feriscono. Non stupiscono perché non si allontanano dal pensiero attuale della chiesa e delle sue gerarchie, più volte ribadito anche da Papa Francesco, così sempre avanti sui temi dell’accoglienza e della povertà come così terribilmente indietro su quelli dei diritti civili. Non è una sorpresa perché il vescovo stesso, in più di un’occasione, non aveva avuto alcuna remora nell’esprimere posizioni che, ovviamente legittime, raccontano di una chiesa cattolica a parole vicina alla società e alla sua parte più giovane, nei fatti lontana e sempre più incapace di intercettarla e accoglierla in ogni sua differenza".
"E con quel trito e ritrito appello alla biologia, ai “diritti naturali“ dei genitori biologici, quante coppie adottive cattoliche ha ferito? Trattando con l’accetta un argomento che meriterebbe la piuma? Il vescovo deve fare il vescovo. Non c’è dubbio. Ma non c’è altrettanto dubbio che questa Chiesa, con queste posizioni, scava un solco fra lei e la società civile che farà molta fatica a ricolmare".