IACOPO NATHAN
Cronaca

"Potevano fermarlo". Il dolore a Fornaci: "Aveva tanta paura. Lui la minacciava"

Le testimonianze dei residenti e degli amici di Maria Ferreira "Non ce la faceva più, a Natale aveva anche tentato il suicidio".

"Potevano fermarlo". Il dolore a Fornaci: "Aveva tanta paura. Lui la minacciava"

e Fiorella Corti

"Pochi giorni fa l’ho trovata per strada che piangeva, era stata appena aggredita dal marito". Le parole sono rotte dal pianto e dallo choc, e arrivano da un commerciante di Fornaci di Barga, che conosceva bene Maria, e più volte ha cercato di aiutarla. "Mi ha raccontato di essere stata minacciata varie volte, di essere stata aggredita e di aver ricevuto percosse - continua -. C’erano già stati precedenti, lei si sentiva continuamente in pericolo, per questo era venuta a stare qui. Si stavano separando, e lui da subito ha perso la testa e dato di matto. Quando la trovavo per strada si vedeva che non stava bene, che era spaventata. Mi aveva detto che voleva rivolgersi ai carabinieri e fare denuncia. Potevano fermarlo e tutto questo non sarebbe successo".

La vita di Maria Batista Ferreira, 51 anni originaria del Brasile, è stata strappata sul marciapiede davanti all’hotel Gorizia di Fornaci di Barga, dove la donna si era trasferita una volta andata via da casa, e dopo la separazione dolorosa con Vittorio Pescaglini, 56 anni, dipendente di una cooperativa di facchinaggio. L’uomo l’ha perseguitata per diverso tempo. Non accettava che lei avesse deciso di andarsene. In paese raccontano che proprio oggi i due avrebbero dovuto firmare l’accordo ufficiale di separazione, sarebbe stato finalmente l’inizio di una nuova vita per Maria, senza quell’uomo che tanto l’aveva spaventata e le aveva reso un inferno ogni giorno.

"La conoscevo bene, faceva la badante a Fornaci - racconta un altro residente che conosceva bene la vittima -. Da tanto tempo non era serena, si vedeva. Quando la incontravo per strada, mi diceva che c’erano problemi con il marito. E poi durante le vacanze di Natale ha tentato il suicidio. Non ce la faceva più, ma avremmo dovuto e potuto fare qualcosa. Non doveva andare a finire così, potevamo fare di più". E poi il tragico epilogo. La pioggia incessante, che si abbatte come triste presagio su Fornaci di Barga. L’uscita con le amiche e quell’auto posteggiata davanti all’albergo, con dentro Vittorio Pescaglini, che l’attendeva con un coltello.

"Abbiamo sentito delle grida fortissime arrivare dal Gorizia - racconta un testimone -. Si capiva che c’era una donna che chiedeva aiuto disperatamente. Ero a circa duecento metri di distanza, quindi mi sono messo a correre, per vedere se potevo fare qualcosa. Appena sono arrivato davanti all’albergo ho intravisto la figura dell’uomo. Alto, spaventoso, e con in mano ancora il coltello insanguinato. Si è allontanato subito e non sono riuscito a fermarlo".

"Mi sono trovata su quel marciapiede per caso - racconta un’altra passante -. Ad un certo punto mi si è parato davanti un omaccione. Ho visto subito che aveva ancora in mano il coltello, e sono scappata in preda al panico".

Sconvolto dalla vicenda anche il sindaco di Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini. "Tante sono le emozioni che mi agitano in questo momento così tragico - dice -. L’incredulità, il dolore, la rabbia, poi l’impotenza e molto altro che non riesco a esprimere con chiarezza. Maria e Vittorio abitavano nel nostro borgo di Fabbriche di Vallico, erano sposati da almeno vent’anni e stavano vivendo un periodo particolarmente difficile, con una separazione in corso. Li avevo incontranti entrambi negli uffici comunali e mi avevano parlato di questa situazione complicata, decisa da Maria e apparentemente affrontata con una sorta di rassegnazione da parte di Vittorio, così almeno credevo. Mai avrei immaginato che stesse meditando atti violenti nei confronti della moglie, né tantomeno che si potesse rendere artefice di un crimine tanto efferato. Non riesco a capacitarmi e a darmi pace, sono devastato".