Per un nuovo domani: Neri Marcorè e il dramma degli ebrei in Garfagnana

In tv la storia dei 70 internati a Castelnuovo: tedeschi, polacchi e un livornese Trovarono accoglienza e lavoro ma, dopo l’8 settembre, vennero deportati

Nerì Marcorè sul set di ’Per un nuovo domani’, in onda la sera del 26 sui Rai3

Nerì Marcorè sul set di ’Per un nuovo domani’, in onda la sera del 26 sui Rai3

Lucca, 20 gennaio 2024 – E’ una storia di fratellanza e di un sentimento comune capace di andare oltre la persecuzione cui furono oggetto gli ebrei nel nostro Paese. E’ la storia di una settantina di ebrei, perlopiù tedeschi e polacchi, eccezion fatta per un livornese, che furono internati nei primi anni ’40 del secolo scorso a Castelnuovo Garfagnana (Lucca). Costretti a vivere a fianco della popolazione locale, riuscirono a integrarsi e a dar vita a una serie di relazioni e legami, grazie ai quali qualcuno riuscì a scampare al destino delle deportazione nei campi di concentramento nazisti.

La storia è quella raccontata nel libro "L’orizzonte chiuso – L’internamento ebraico a Castelnuovo di Garfagnana 1941-1943", di Silvia Q. Angelini, Oscar Guidi e Paola Lemmi pubblicato nel 2002 da Maria Pacini Fazzi editore di Lucca. Dal quale è stato tratto il docu-film "Per un nuovo domani" per la regia di Luca Brignone e con Neri Marcoré attore principale. Il film andrà in onda per la prima volta la sera di venerdì 26 gennaio, vigilia della Giornata della Memoria, su Rai3 alle 21.15. Le riprese del film sono state fatte nello scorso autunno in Garfagnana, in particolare a Castelnuovo e Castiglione; con la terra lucchese che si era trasformata in un autentico set cinematografico.

«Il libro da cui è tratto il docufilm – spiega il professor Oscar Guidi, già vicesindaco e dirigente scolastico – nasce da una ricerca presso l’Archivio dei Comuni di Castelnuovo e Bagni di Lucca e gli Archivio di Stato di Lucca e Roma, sull’internamento coatto nel capoluogo garfagnino di una settantina di ebrei, tutti stranieri, ad eccezione di uno proveniente da Livorno, dalla tarda estate del ’41 al dicembre del ‘43, ed è arricchito da una nutrita serie di interviste e memorie raccolte tra le persone che li conobbero.

Questi internati riuscirono a integrarsi abbastanza bene nella comunità castelnuovese, trovando accoglienza e lavoro nelle piccole attività del paese, nonostante i divieti. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, però, andarono incontro al loro tragico destino. Trasferiti nel campo di concentramento di Bagni di Lucca, partirono in 107 in direzione del carcere di Firenze. Da qui, furono trasportati a Milano e quindi ad Auschwitz. Ne sopravvissero solo due. Alcuni altri si salvarono, avendo trovato rifugio presso alcune famiglie che abitavano in piccoli paesi vicini a Castelnuovo".

«Sono passati oltre vent’anni dalla pubblicazione di questo libro – dichiara il presidente dell’Unione Comuni Garfagnana e sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi – che ha avuto un rilievo nazionale ed europeo in quanto uno dei primi studi che dimostrano i rapporti tra la comunità locale e quella ebraica alle prese con l’internamento. Una memoria che era quasi scomparsa, ma che, grazie al lavoro di questi tre studiosi, è tornata alla luce richiamando l’attenzione dei media nazionali ed ora sicuramente avrà una ulteriore divulgazione con la messa in onda su Rai 3, in prima serata, venerdì 26 gennaio". "Lo studio che sta alla base del libro, dal quale il docufilm è tratto – conclude Tagliasacchi –, porta alla luce, oltre alle vicende prettamente storiche, anche il vivere quotidiano, le occupazioni, le ansie, gli atteggiamenti di queste comunità, restituendoci un ritratto umano fondato su un’abbondante e rilevante memoria orale e d’archivio".