Omaggio al Neoclassicismo. Alla Cavallerizza 100 opere tra Canova e i ‘lucchesi‘

La mostra apre oggi e mette in dialogo artisti dal “comune sentire“. Oltre 30 capolavori del grande scultore arrivano dalla Gypsotheca di Possagno.

Cento opere di cui almeno 30 di Antonio Canova, soprattutto sculture ma anche dipinti, provenienti dalla Gypsotheca di Possagno e da prestigiose collezioni pubbliche e private. E’ la mostra firmata Vittorio Sgarbi – ormai affezionatissimo alla nostra città – e da Contemplazioni che a partire da oggi e fino al 29 settembre 2024 portano negli spazi della Cavallerizza di Piazzale Verdi un dialogo “vivo“ tra le opere dello scultore nato nel 1757, e quelle degli artisti lucchesi, alcuni dei quali a lui coevi. Il percorso espositivo parte in linea temporale con il celebre Pompeo Batoni del quale sono presenti capolavori che arrivano dalle Gallerie Nazionali d’Arte antica e anche una straordinaria coppia di dipinti (Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creata da Prometeo e Atalanta piange Meleagro morente, recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio). Un altro lucchese, meno noto, è Bernardino Nocchi che fu amico di Canova del quale traduce la scultura in pittura e disegno e che Sgarbi riporta in luce in questa straordinaria mostra per restituirne i giusti meriti. Poi Stefano Tofanelli, allievo di Nocchi, e molti altri.

"L’idea di questa mostra - spiega Vittorio Sgarbi - non è tanto l’influenza dell’arte di Canova sugli artisti lucchesi, ma una consonanza in luoghi lontani e senza condizionamenti reciproci di due artisti fondamentali: Pompeo Batoni e Antonio Canova. In entrambi agisce un profondo sentimento di nostalgia. È la memoria dell’antico che si fa mito, una forte, inarrestabile tensione, che rappresenta lo spirito stesso del gusto neoclassico. Il dialogo tra le sculture di Antonio Canova e i dipinti dei pittori lucchesi indica un sentire comune, come vedremo. L’esperienza romana è fondamentale per Canova e procede, con analoghe emozioni, in parallelo con quella del lucchese Bernardino Nocchi".

Due ore di “lectio magistralis“ di Vittorio Sgarbi, ieri mattina in San Romano, per un viaggio a ritroso senza confini, nel mondo dell’arte e di questi maestri che ci hanno lasciato vivide testimonianze: “Le sculture di Canova non sono mai commemorative, esprimono volontà di vita – ha sottolineato Sgarbi – e si sente l’attesa che ci parlino“. Alla presentazione c’era il sindaco Mario Pardini, la direttrice dei Musei Nazionali, Luisa Berretti, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Marcello Bertocchini e Cristina Manetti per la Regione. Oggi si alza il sipario su una mostra unicum, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20 per dieci mesi.

Laura Sartini