
Nuovo casello autostradale (A11) a Mugnano? Le osservazioni fioccano e i comitati cittadini etichettano lo studio di fattibilità incluso nel piano operativo del Comune come “un mero esercizio di modellistica senza alcun dato reale“. “Nei giorni scorsi, come Comitato libero di cittadini del quartiere di Mugnano, abbiamo inviato al comune di Lucca un osservazione al Piano Operativo in merito al nuovo casello – così il comitato– . L’osservazione è stata sottoscritta e presentata anche dal comitato Lucca Est, che giustamente vede, nella possibile realizzazione del casello di Mugnano, un ulteriore deterioramento dei quartieri di San Concordio (nella zona ad est: Via Squaglia, Via Consani e Via Ingrillini), di Sorbano del Vescovo e di San Filippo“. “Nell’osservazione si fa presente in primo luogo l’utilizzo di un linguaggio estremamente tecnico e assolutamente incomprensibile per il cittadino – dichiara il comitato – al solo scopo di rendere incomprensibile un contenuto che non ha niente a che vedere con uno studio di fattibilità, ma piuttosto valuta, sulla base di modelli teorici, l’opportunità dell’intervento. Lo studio vuole dimostrare che nel tratto autostradale compreso tra Lucca ovest e Lucca est, esiste un altro livello di incidentalità che rende necessario allontanare le due uscite; da qui la valutazione che porta a proporre la chiusura del casello di Lucca est e l’apertura di un nuovo casello a Mugnano, come se chiudere e aprire caselli fosse un investimento di poche centinaia di euro“. “Ora – è l’osservazione dei cittadini del Comitato di Mugnano – i dati riportati dallo studio in questione sui flussi di traffico in quel tratto autostradale, sono riferiti ad un’analisi effettuata nel 2010 e si afferma che sono da ritenersi ancora validi. Il caso vuole che, prendendo i dati statistici del SIRSS (banca dati regionale sull’incidentalità stradale), nello stesso anno, riferiti a quel tratto autostradale, non rilevano alcun incidente“.
“Questo spiega perché si è fatto ricorso all’applicazione di un modello teorico, piuttosto che ad un’analisi puntuale degli incidenti effettivamente accaduti tra Lucca est e Lucca ovest dal 2007 (anno di costruzione del casello Lucca Ovest) ad oggi – continua – .E allora il cittadino si chiede: perché utilizzare un linguaggio tanto tecnicistico? Perché non ricorrere ai dati in possesso di carabinieripolizia stradale per rilevare il tasso di incidentalità e, al contrario, utilizzare risorse dei cittadini per affidare ad una Università, peraltro con elevate competenze sul tema (si tratta del Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno), una valutazione totalmente infondata e che niente ha a che vedere con la “fattibilità”?“.
“Perché la “fattibilità” di un intervento chiama in causa ulteriori criteri quali l’impatto ambientale, il rischio idrologico e idrogeologico, la valutazione di costibenefici per le Amministrazioni interessate ed i cittadini, ma anche una visione di insieme che tenga conto degli assi viari e dello sviluppo delle connessioni urbane ed extra urbane, almeno nei prossimi 50 anni, vista la portata finanziaria di un simile intervento. Quindi un intervento che non trova giustificazione reale – conclude il comitato – e che, oltretutto non risolverebbe il vero problema, ovvero il raccordo tra gli assi viari nord-sud e est-ovest ma anzi sposterebbe soltanto i flussi di traffico che transitano da Viale Europa, sulla zona est di San Concordio“.