Quattro opzioni sul tavolo, ora c’è da scegliere. Per la Nuova Opera delle Mura, che dovrebbe andare di nuovo a occuparsi a tempo pieno del principale monumento cittadino dopo la sorprendente soppressione decisa anni addietro dall’amministrazione Tambellini, è tempo di decidere la forma giuridica.
Negli scorsi mesi, il gruppo di lavoro degli uffici comunali ha prodotto una relazione per dare risposta alle possibili forme di gestione delle Mura urbane all’interno della quale sono state ipotizzate quattro alternative: la Fondazione di partecipazione, l’Azienda speciale, l’Istituzione e la Società in house e immobiliare. Nel caso della Fondazione, di cui per lungo tempo si è parlato anche come veste giuridica del Teatro del Giglio, si potrebbe garantire il coinvolgimento di più soggetti e una certa adattabilità per i progetti più complessi; di contro, comporta un esborso economico non indifferente, a meno che non si reperiscano, appunto, ulteriori soggetti disposti a entrarvi.
La seconda opzione, quella dell’Azienda speciale (come ora è proprio il Teatro), garantirebbe maggiore flessibilità gestionale e un approccio di tipo maggiormente imprenditoriale, ma, essendo un ente di diritto pubblico, rischia di trovare restrizioni e vincoli normativi in maniera superiore.
C’è poi la strada dell’Istituzione, che pur avendo autonomia limitata ed essendo dipendente dalle direttive dell’ente comunale, potrebbe garantire comunque maggiore autonomia e una struttura totalmente dedicata (proprio uno degli attuali limiti gestionali con le competenze che sono sparpagliate tra molti uffici comunali).
C’è poi l’opzione Società in house e immobiliare (sulla scorta di Lucca Plus) che consentirebbe l’affidamento diretto pur mantenendo uno stretto controllo comunale. Questa ipotesi ha però il limite di dover operare nel rispetto di stringenti normative pubblicistiche che, tanto per cambiare, ne limitano la flessibilità e può operare solo limitatamente con soggetti diversi dall’ente pubblico proprietario. La versione immobiliare trova invece una serie di limiti legati alla legge Madia e si deve limitare alla valorizzazione del parco immobiliare.
Infine, un’ulteriore opportunità sarebbe quella di individuare all’interno della struttura un unico ufficio, sotto l’unità Sport e Turismo, destinato ad occuparsi solo e soltanto delle Mura che si raccorderebbe con l’attuale Comitato scientifico.
Ora è tempo di scegliere per dare una prospettiva più adeguata a quello che è il simbolo cittadino.
Fabrizio Vincenti