Ad Antraccoli è polemica per l’arrivo in una corte del paese, in via dei Paladini 37, di un centro di accoglienza per 40 immigrati. E scoppia la protesta dei cittadini. Tutto nasce per la scelta della Misericordia di Lucca di prendere in affitto una abitazione per creare un CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria), in grado di ospitare fino a 40 richiedenti asilo. I residenti della corte e delle abitazioni vicine, quando si sono resi conto di quello che si stava progettando, dato che prima nessuno si era dato premura di metterli al corrente delle intenzioni della Misericordia, hanno chiesto un incontro con la stessa, sia per essere messi a conoscenza del funzionamento del CAS, sia per manifestare le proprie preoccupazioni.
"Mentre da una parte la Misericordia ha cercato di sminuire le preoccupazioni manifestate dal residente – si legge in una nota firmata da un gruppo dei cittadini – dall’altra, spiegando come funziona un CAS, ha fatto emergere ancora più chiaramente come la vita degli abitanti della corte e delle abitazioni vicine verrebbe inevitabilmente stravolta. Infatti con 40 persone senza occupazione, ospitate in una abitazione che non ha un giardino autonomo, che non parlano la nostra lingua, che cambiano continuamente, che hanno usi e costumi differenti da noi, che non avranno una sorveglianza H24, la corte subirebbe una sorta di invasione, anche se pacifica. Non osiamo pensare a cosa potrebbe succedere se tra queste persone capitasse una cosiddetta "mela marcia". I primi a risentirne sarebbero sicuramente i bambini, che non potrebbero giocare in libertà come fanno adesso. Ne risentirebbe sicuramente una persona affetta da disabilità mentale, per la quale la corte rappresenta la sua libertà di muoversi autonomamente e in sicurezza. Tutto il quartiere subirebbe una sorta di degrado".
Ma i cittadini non si sono fermati e hanno deciso di fissare un incontro in Prefettura, doopo peraltro aver raccolto oltre duecento firme affinché anche il sindaco di Lucca prendesse posizione e partecipasse a un’assemblea pubblica. Al prefetto è stato proposto che nell’immobile, invece di un CAS, venga ospitata una famiglia con bambini di immigrati regolari che lavorano e che vogliono integrarsi con la popolazione residente, ma a questa proposta è stato risposto che questo tipo dil assistenza non rientra nelle competenze della Prefettura. L’incontro è terminato con l’impegno del prefetto ad indire una nuova riunione, dopo che sia l’ASL che i Vigili del Fuoco avranno dato il loro parere sull’adeguatezza o meno dell’immobile ad ospitare un CAS. Ma il caso è ormai di dominio pubblico.