CRISTIANO CONSORTI
Cronaca

Lucca, muore noto commerciante. Addio a Nilo "Lencino" Lenci

Storico commerciante, la sua era la quinta generazione alla guida dei due negozi di calzature in Fillungo, oggi gestiti da nipote e pronipoti

Nilo Lenci in uno dei suoi negozi (foto Alcide)

Lucca, 27 aprile 2022 - ​Nilo Lenci se n’è andato esattamente all’opposto di come è sempre stato: in vita battagliero, amante del confronto, non certo incline alle sfide facili. Ieri mattina invece Nilo Lenci se n’è andato in punta di piedi. E’ morto all’ospedale di Barga, dove era ricoverato, all’età di 94 anni (compiuti il primo dicembre scorso), circondato dall’affetto dei suoi cari. Ma quel vuoto che ha lasciato oggi si fa sentire in tutta la sua assordante vastità.

Perché Nilo Lenci non era solo uno storico commerciante; entrava nel vivo delle questioni, amava partecipare al dibattito cittadino. La sua caparbietà e la sua voglia di difendere la categoria gli era valsa il soprannome di “Cipputi“ in riferimento al personaggio delle vignette di Altan del 1979 dove il Cipputi era l’omonimo operaio metalmeccanico che commentava con spirito caustico i temi dell’attualità politica e sindacale del paese.

Ma, ironia a parte, Lenci scendeva davvero in campo come quando partecipò, insieme a decine e decine di commercianti al corteo fin sotto il Comune il 5 marzo 2003: in ballo, al tempo, c’era la questione del traffico.

Lui fu anche uno dei fautori della nascita dell’associazione Udeca sempre a difesa dei commercianti e delle partite Iva. Carattere forte dicevamo. Lenci era infatti conosciuto anche come il “Lencino“ quando da giovane calcava i ring di boxe combattendo per i pesi “gallo“. E se vogliamo pensare a quanto fosse caparbio e deciso uno come Nilo Lenci basta ricordare che in una finale combattè pur avendo 38 di febbre. Nemmeno il Covid che aveva contratto a febbraio era riuscito a piegarlo. Era guarito, poi però l’età e qualche acciacco di troppo hanno pian piano piegato quell’uomo tutto d’un pezzo.

Oggi come ieri dici Lenci e pensi subito ai due storici negozi di via Fillungo, uno nei pressi di Porta dei Borghi l’altro quasi di fronte alla sede della Confcommercio, associazione a cui è stato sempre iscritto. Anzi, per dirla tutta, la sua famiglia è stata tra i fondatori dell’associazione di categoria a Lucca.

La famiglia appunto. Una delle medaglie che Lenci portava orgogliosamente al petto era quella di essere arrivato alla quinta generazione di commercianti di scarpe. Fino a pochi anni fa era stato in prima linea nei due negozi (molti anni fa ce n’era anche un terzo in via Buia); poi nel 2012 l’attività vicino Porta dei Borghi fu passata a una sua nipote mentre quella più centrale ai pronipoti. Ma continuò comunque nella gestione fino al 2020. Interista, tifoso della Lucchese, aveva la passione per la boxe. "La sua vita erano la famiglia e le calzature" come ricorda Alberto, figlio della sua compagna storica, Luisa. E a dimostrarlo sono anche i riconoscimenti e l’impegno sul campo.

Nel 2001 fu premiato con l’Aquila di diamante per i “Maestri del commercio“ dalla Camera di Commercio di Lucca (presidente Claudio Guerrieri). Fece parte del Consiglio dell’Ente camerale e della commissione centro storico mentre nel 2012 fu probiviro del sindacato nazionale Federcalzature e nel 2013 nel direttivo proviciale di Federcalzature Lucca. Infine, per modo di dire, nel 2015 ricevette a Firenze il premio “Mercurio, 50 & Più Toscana 2015“ assegnato a chi ha dedicato l’intera vita al commercio, al turismo e ai servizi, mentre nel 2018 ottenne il prestigioso “Micam Award” (riconoscimento alla carriera e alla longevità di negozi storici che hanno sempre scelto di puntare sulla qualità) a Fiera Milano, assegnato su segnalazione degli espositori. Lenci lascia la sorella Grazia che abita a Viareggio, la compagna Luisa e il figlio di lei Alberto.