
Dopo quattro anni si chiude la vicenda giudiziaria, tanto discussa, intorno al fontanello dell’acqua di piazza Vittorio Emanuele, a pochi metri dal palazzo della Dogana. Il gip Riccardo Nerucci ha prosciolto i membri della giunta e i tecnici comunali che erano stati coinvolti nell’inchiesta con l’accusa di abuso edilizio, falso e abuso d’ufficio. Nello specifico si tratta della sindaca Sara D’Ambrosio, l’allora assessore ai lavori pubblici Daniel Toci, l’ex assessore all’urbanistica Andrea Pellegrini, l’assessore al bilancio, Alessandro Remaschi, l’assessore al sociale Ilaria Sorini, l’assessore alla cultura Martina Cagliari e Yuri Gelli, responsabile dell’ufficio urbanistica del comune di Altopascio. Per tutti loro il giudice ha sentenziato per il non luogo a procedere.
Al centro delle indagini l’autorizzazione del fontanello pubblico, appunto, che secondo la Procura necessitava del parere della Soprintendenza. Oltre agli amministratori sopra citati, le accuse avevano raggiunto anche Giovanni Simonelli, ingegnere di "Acque Spa" ed ex responsabile del settore progetti e costruzioni, Roberto Cecchini, direttore dei lavori e Piero Eugenio Fioretti, legale rappresentante della ditta sub appaltatrice. Per loro tre è stato stabilito il pagamento di un’oblazione, del valore di poco più di 3.400 euro a testa, perché a quanto pare il fontanello è stato costruito in maniera difforme rispetto al progetto, ovvero girato di 90 gradi.
In parte diverse, invece, le accuse che avevano raggiunto l’ex capo di gabinetto Simone Bicocchi. Accanto a quella di abuso d’ufficio c’è anche violenza e minaccia a pubblico ufficiale nei confronti dell’allora comandante della municipale Daniele Zucconi, oggi operante a Lucca. All’epoca fu proprio la polizia municipale ad effettuare alcune verifiche sulla regolarità della procedura, segnalando poi gli esiti alla magistratura.
E stando all’accusa Bicocchi avrebbe per questo minacciato in più occasioni il comandante di rimuoverlo dall’incarico. Ma non solo, avrebbe utilizzato questo tipo di atteggiamento anche nei confronti della moglie di Zucconi. Motivo per cui i due si sono entrambi costituiti parte civile e Bicocchi dovrà rispondere anche dell’accusa di minaccia semplice. Questo è l’unico tassello dell’inchiesta ancora mancante. Per l’ex capo di gabinetto, assistito in aula dall’avvocato Lodovica Giorgi, è stato richiesto e concesso il rito abbreviato. L’udienza è prevista per la prossima settimana.
Il caso del fontanello era emerso in modo clamoroso nel giugno 2018, quando la struttura in costruzione ad Altopascio era stata sequestrata dalla Procura su richiesta del pm Salvatore Giannino (con intervento del nucleo ambientale della polizia giudiziaria e degli agenti della municipale altopascese) poco dopo che il Comune aveva chiesto ad Acque spa di rimuoverla e spostarla a Spianate. La struttura in muratura (un progetto da 45mila euro), aveva suscitato perplessità, poiché in quella zona centrale di Altopascio sarebbero consentiti solo chioschi o banchi trasferibili, non fissi.
Era stato il gruppo di minoranza "Insieme per Altopascio" a presentare a suo tempo l’esposto che ha dato il via all’inchiesta. Ne erano seguite poi aspre polemiche politiche, visto che l’opposizione aveva chiesto le dimissioni del sindaco D’Ambrosio e della sua giunta. Polemiche che si sono fisiologicamente sgonfiate con il tempo e oggi messe definitivamente a tacere.
Teresa Scarcella