
Qualche volta anche l’arena del Summer Festival può trasformarsi in un salotto e ieri sera proprio questo è accaduto, in piazza Napoleone, nonostante in platea fossero sedute 6mila persone, per l’ennesimo “sold out“. Norah Jones ha questo potere: un piccolo miracolo che si rinnova ogni volta che appare su di un palco, sedendosi a un pianoforte. Sono già passati vent’anni dal clamoroso esordio discografico di “Come away with me“, disco da 5 Grammy Awards e da milioni di copie vendute in tutto il mondo, ma l’impressione è che per Norah il tempo in realtà non passi mai. Il suo stile, la sua classe, la sua voce inconfondibile non conoscono flessioni.
Anzi, l’esperienza accumulata con le numerose collaborazioni con tanti artisti dei generi più diversi ne hanno fatto crescere la consapevolezza di essere una delle pochissime “signore“ della scena musicale internazionale. Anche per questo Norah ha recentemente lanciato il suo podcast “Norah Jones is playing along“, ogni episodio del quale la vede seduta con uno dei suoi musicisti preferiti per collaborazioni musicali improvvisate e conversazioni sincere, tutto con la massima naturalezza e spontaneità e con la curiosità di cercare di percorrere nuove strade.
Che poi è il segreto per una lunga e prestigiosa carriera, amata dai fan della prima ora, ma in seguito anche scoperta da nuovi adepti. La setlist di Norah Jones cambia a ogni concerto, non dimenticando mai le hit come “Sunrise“, “Come away with me“ o “Thinking about you“, con l’inserimento di cover dei suoi brani preferiti, anche se non conosciutissimi dal grande pubblico.
Le sonorità sono tutte quelle che l’artista newyorkese, figlia d’arte (dell’indimenticato maestro del sitar, Ravi Shankar), ama: blues, jazz, soul, country e pop, inteso nella sua più nobile accezione di effettivamente popolare. La sua figura gentile e mai sopra le righe fa il resto e il risultato è l’assoluta adorazione dei fan, che le riservano anche l’inevitabile “standing ovation“ finale, degna conclusione per questa unica data italiana del tour europeo.
Tanti applausi, in apertura di serata, anche per lo “special guest“ Oscar Jerome e per il suo mix di jazz, funky, soul e hip-hop di origine londinese. Prossimo appuntamento, domani sera, con gli OneRepublic: attesi almeno 9mila spettatori.
Paolo Ceragioli