PAOLO PACINI
Cronaca

E’ morto il criminale nazista condannato per la strage di Farneta

Hermann Langer aveva 96 anni. «Che vergogna l’ergastolo... virtuale»

Furono almeno 60 le vittime della strage di Farneta del 1944 tra civili e religiosi

Furono almeno 60 le vittime della strage di Farneta del 1944 tra civili e religiosi

Lucca, 13 settembre 2016 - E’ morto serenamente nei giorni scorsi alla bella età di quasi 97 anni a Giessen, a due passi dalla sua cittadina di Linden, in Germania, dove si era ritirato da tranquillo pensionato. Una bella e lunga vita. Non si può dire lo stesso, purtroppo, delle decine di vittime innocenti che quest’uomo aveva sulla coscienza. Per loro il destino non era stato così magnanimo: si era spezzato improvvisamente già nel lontano 1944. Parliamo di Hermann Langer, criminale di guerra nazista che avrebbe dovuto scontare un ergastolo rivelatosi però del tutto virtuale. Un nome tristemente famoso a Lucca e dintorni.   IL 24 novembre 2005, l’ex ufficiale, comandante della Compagnia Rifornimenti della 16ª Panzergrenadier-Division «Reichsfuhrer – SS», era stato infatti condannato all’ergastolo dalla Corte militare d’appello di Roma (in primo grado nel 2004 alla Spezia era stato assolto), che lo riconobbe responsabile della strage della Certosa di Farneta del settembre 1944, dove vennero rastrellati e poi barbaramente trucidati almeno sessanta tra religiosi e civili inermi.   Le Ss agli ordini di Langer entrarono di notte nel convento di Farneta con uno stratagemma, poi portarono via tutti con la violenza. Stavano perdendo la guerra e persero anche la testa: torture e uccisioni di povera gente inerme. Una sentenza confermata in Cassazione nell’ottobre 2006 e divenuta quindi definitiva. A carico di Langer fu emesso un mandato di arresto europeo nel marzo 2007, ma la Germania rispose di non poter dare seguito all’estradizione.   La Procura generale presso la Corte militare d’appello, nell’aprile 2011, aveva quindi tentato di fargli scontare la pena nel suo Paese, attivando la procedura tramite il Ministero della giustizia in base all’articolo 7542 del codice di procedura penale per l’esecuzione all’estero delle sentenze penali italiane. Ma dalla Germania nessuno si era degnato di rispondere.    E così l’ergastolo per crimini di guerra era rimasto «virtuale». Hermann Langer del resto non si era neppure mai presentato ai processi in Italia, mandando a dire, dodici anni fa, di essere molto malato. Anche lo studio legale «Schepers & Gefeller» di Giessen, che l’aveva difeso nelle udienze, si è sempre rifiutato di fornire qualsiasi informazione su di lui, appellandosi alla privacy. Ora il sito specializzato www.gedenkorte-europa.eu/ che si occupa di mantenere viva la memoria dei crimini nazisti dà notizia della morte di Langer, avvenuta il 22 agosto scorso. Avrebbe compiuto 97 anni il 6 novembre prossimo.    I processi alla storia non si fanno, si sa. Ma è anche difficile accettare che i criminali di guerra alla fine possano cavarsela con un’alzata di spalle solo perché nessuno li ha cercati per decenni. «Una vera vergogna...», commentò a suo tempo Giuliana Fogli, insegnante lucchese in pensione, figlia di Alberto Fogli, studente universitario e partigiano massacrato a 24 anni dopo essere stato rastrellato nella Certosa. «Quel criminale non ha mai fatto neppure un giorno di carcere. La colpa è dell’ostruzionismo della Germania, ma anche dello Stato italiano che ha tirato fuori gli scheletri dall’armadio dopo troppi anni. Ci sentiamo presi in giro».