"Il momento non è dei migliori, il Miac sarà una occasione importante di confronto": ne è convinto Giorgio Bartoli, amministratore unico della Bartoli Spa e consigliere di Confindustria Toscana Nord.
Il Miac è un momento importante per fare il punto su uno dei settori cruciali della nostra economia.
"E’ un appuntamento molto importante, a maggior ragione quando le cose non vanno per il meglio, sarà una occasione per confrontarsi e mettere in piedi strategie".
Il momento non è dei migliori...
"La morsa inflazionistica attanaglia qualsiasi settore, forse quello alimentare riesce a difendersi leggermente meglio, ma anche questo è vero sino a un certo punto, visto che dal carrello della spesa vengono tagliati alcuni beni. E’ un momento duro, lavoro molto con l’estero è devo dire che è una situazione generalizzata: gli Usa come l’India, la Cina come la Turchia, con l’Europa ovviamente nel mezzo. Nel calzaturiero, per fare un esempio, una volta si diceva che le grandi firme lavoravano comunque: ora non è più vero nemmeno questo e tutti portano il segno meno. La realtà è che non eravamo più abituati a questi tassi e a una spirale inflattiva".
Dalla realtà lucchese che segnali emergono?
"La nautica va forte sui grandi cabotaggi, dove è coperta per i prossimi anni. Va decisamente peggio del diporto più modesto che comincia a soffrire; il cartario viene da anni di ottimi bilanci, ma ora si vedono cali nei volumi e nelle marginalità, nulla di preoccupante, ma ci sono riflessioni da fare".
C’è poi la questione packaging che preoccupa.
"E’ un fenomeno in effetti preoccupante: nel giro di pochissimo la domanda è passata da livelli superiori all’offerta all’inverso. Non me ne capacito ed è un vero spauracchio, visto che riguarda tutti i prodotti. Mi fa paura notare che i mercati principali, dagli Usa alla Cina, abbiano tutti il segno meno e che la stessa Cina esprima in questo senso tendenze molto negative, non ci dimentichiamo che dipendiamo da loro e temo operazioni del loro governo sulla leva economica".