REDAZIONE LUCCA

Maxi giro di truffe e usura Imputati anche 4 lucchesi

L’inchiesta della Procura di Pistoia coinvolge ben 100 persone Il 30 novembre l’udienza preliminare dal gup per il rinvio a giudizio

Sono quattro i lucchesi coinvolti a vario titolo nella maxi inchiesta della Procura di Pistoia che vede indagate 100 persone con accuse che vanno dalla truffa all’usura, alla ricettazione, all’autoriciclaggio e alla falsa intestazione di beni.

Si tratta di Mirko Citti, 48 anni, abitante a Massarosa; Moreno Mazzei, 73 anni di Capannori; Antonio Solinas, 65 anni di S.Anna e Giovanni Venturi, 56 anni di Cerasomma.

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Pistoia hanno notificato il provvedimento di chiusura indagini firmato dal sostituto procuratore Claudio Curreli con la richiesta di rinvio a giudizio. Se ne discuterà il 30 novembreprossimo davanti al Gup di Pistoia, Patrizia Martucci.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa i principali indagati pistoiesi farebbero parte di un’associazione a delinquere, con base principale a Pistoia e "succursali" in varie città toscane, operante anche in varie località del centro-sud (Sicilia, Calabria e Sardegna), con ramificazioni pure in Piemonte e Lombardia, che, con la complicità di professionisti, aiutava gli imprenditori a commettere reati: bancarotta fraudolenta, evasione ed elusione fiscale, nonché illecito impiego di capitali.

I cento indagati (due sono deceduti nel corso dell’inchiesta) sono finiti nell’inchiesta "Amici nostri", condotta nel mese di maggio del 2018, quando vennero eseguite venticinque misure cautelari e denunciate complessivamente 163 persone. Vennero eseguite anche 41 perquisizioni locali e domiciliari, finalizzate alla ricerca di materiale informatico e cartaceo. Le indagini erano partite nell’aprile del 2015 concentrando l’attenzione sull’operato di alcuni commercialisti della provincia pistoiese e su imprenditori a loro collegati anche in Lucchesia.

Secondo l’accusa, le imprese coinvolte venivano fraudolentemente svuotate delle proprie risorse aziendali, anche portandole al fallimento. Tra le vittine anche la “Arte Giardino Sas“ di Lucca fallita nel dicembre 2015 e svuotata di oltre un milione e 600mila euro.