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Mascherine? Sì, al braccio Il debutto è un quasi flop

Il nostro test all’ora dell’aperitivo, tra clienti sbadati e chi invece si impegna. E i ragazzi dicono la loro: "Ammalarsi è questione di fortuna". "No, serve rigore".

Ore 18. Sembra un giorno come un altro e il rapporto tra il numero di mascherine e quello delle persone che si vedono in giro è molto basso. Se poi si escludono quelle portate al braccio o sotto al collo, come una sorta di ornamento figlio di un’epoca infausta, allora questo rapporto si abbassa ancora di più. Le persone sono tranquille, e non sembrano aver modificato in alcun modo le loro abitudini.

Anna Virdis invece sta passeggiando tranquillamente, ma appena si avvicina a qualcuno sobbalza e si affretta ad indossare la mascherina. "Ero sovrappensiero e mi sono dimenticata di indossarla quando sono arrivata in città. Penso sia fondamentale seguire il nuovo decreto, ma purtroppo ci sono troppi incoscienti e troppi complottisti che sono sicura che non lo faranno. Trovo stupido che si pensi prima al divertimento prima che alla salute".

In piazza San Michele c’è un gran flusso di persone, anche se ridimensionato rispetto agli scorsi anni. Molti sono seduti ai tavoli dei bar, stretti in distanze di un metro che sembrano essere state approssimate per difetto, altri invece occupano come al solito i gradini che circondano la piazza e la chiesa, in gruppetti più o meno lontani uno dall’altro. Qui dei ragazzi, senza mascherina, non sembrano particolarmente spaventati dal giro di vite di oggi, e uno ci spiega: "Ho sempre usato la mascherina al chiuso e quando ero vicino ad altri, sono andato in discoteca solo un paio di volte e solo all’aperto. Però queste nuove restrizioni possono funzionare solo se le seguono tutti, ed evidentemente non è così: prenderlo o meno secondo me è questione di fortuna".

Qualcun altro è meno tranquillo. Chiara Balduzzi e Nicole Favaroni siedono assieme su una panchina, con la mascherina ben alta sopra il naso. Vengono dal nord e sono in vacanza in Versilia, ma nonostante si trovino in una regione meno colpita rispetto a Lombardia e Veneto non abbassano la guardia. "Qua c’è molta meno attenzione – spiega Chiara – alle norme di sicurezza. In particolare da parte dei ragazzi, ma in generale la situazione è più rilassata. Noi abbiamo visto i danni che può fare, per questo siamo più attente".

In effetti anche se per la strada non sembra esserci molta differenza di età tra chi ha la mascherina e chi non la ha, però i più giovani non sembrano avere problemi ad ignorare il distanziamento sociale. Gli anziani, la categoria più a rischio, sembra invece aver colto al volo le nuove misure necessarie per contenere l’epidemia. "Queste misure sono necessarie, ma non verranno rispettate finché non ci saranno sanzioni per i trasgressori" conclude Nicole.

Leonardo Monselesan