
LUCCA
Il mondo pittorico lucchese si avvale, oggi come ieri, soprattutto dell’opera continuativa di artisti che di questi tempi brillano, nonostante la loro carriera che ha visto gli albori in tempi ormai lontani, per l’inventiva che fa della specifica forza creativa una perla in questo mondo espressivo che si avvale attualmente più dell’originalità dell’idea che della rappresentazione pittorica vera e propria, quella cioè basata sui felici tratti grafici e cromatici.
Come tutte le cose anche L’arte segue la sua evoluzione e, in un mondo frastornato dalle quotidiane scoperte tecniche e Informatiche, procede giustamente in avanti. E’ allora quasi con stupore che, come veniamo a contatto con artisti sbocciati negli anni ’70, o anche nei ’60, ci doniamo alla contemplazione di opere che, se non sembrano anacronistiche è esclusivamente per la carica espressiva, per lo sfoggio di capacità tecniche, per la coerenza stilistica, per la presa di coscienza e l’esaltazione del pensiero che l’artista ci offre. E’ il caso di Maria Stuarda Varetti che da forse cinquant’anni è sulla breccia non solo della pittura lucchese e toscana. La conobbi al suo ritorno, giovanissima, dalla Somalia, occasione che mi fece conoscere per la prima volta la pittura di Maria Stuarda, certamente mille miglia distante dall’attuale ma ugualmente carica di espressività e di coerenza. Poi il suo stile si definì e così i quadri della Varetti si riconoscevano di lontano un miglio acquisendo la loro particolare caratteristica che, unitamente ad una eccezionale capacità grafica e cromatica, univa una pregnante atmosfera che faceva dei luoghi ritratti a cui univa la sua fantasia, composizioni di esaltante e anche divertente pittoricità.
Fu il tempo della grande mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara per finire a quella di Lucca dedicata alle Mura Urbane in occasione del cinquecentenario della posa dell’ultimo mattone che venne a completarle. Mostra che in un certo senso segnò una svolta nella pittura di Maria Stuarda che, in questa esposizione parte dal presupposto dell’importanza della tradizione e del passato per un territorio, come quello lucchese, dalla storia millenaria, e da lei riscoperto in modo non convenzionale.
Mario Rocchi