
Remo Santini
Lucca, 31 gennaio 2017 - Ha rotto gli indugi. Per approdare nella terra della politica, con il necessario taglio al mondo del giornalismo, dopo trent’anni alla redazione lucchese de La Nazione, di cui era da 15 caposervizio e che ha lasciato, mettendosi in aspettativa. Remo Santini si è candidato ufficialmente come sindaco per le comunali con una conferenza stampa all’hotel Celide. Sarà a capo di due liste civiche, una composta da volti totalmente nuovi, l’altra con persone già con esperienze politiche, ma il sostegno di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia è dietro l’angolo. Santini, 51 anni, sposato e con due figli, nato negli Usa da genitori lucchesi emigrati e poi rientrati nella madrepatria, proverà a scalzare da palazzo Orsetti l’attuale inquilino, Alessandro Tambellini, e la sua giunta Pd.
«Ho deciso dopo tante sollecitazioni, lascio una posizione importante – spiega – ma c’era attesa, non potevo tergiversare. Mi candido non contro qualcuno, non mi piace chi si piange addosso: c’è coraggio in quanto faccio ma anche ottimismo e Lucca deve decidere il suo futuro senza ingerenze esterne: mai come stavolta». Santini, che presenterà una lista nel cui nome sarà la parola Lucca, traccia l’identikit dei suoi elettori.
«Mi rivolgo a chi è deluso, anche nel Pd, da questa amministrazione, agli insoddisfatti del 5 Stelle, a chi ha voglia di impegnarsi, ai partiti del centrodestra come alle liste civiche e a chi non vota. Vogliamo concentrarci su pochi obiettivi ma chiari: cose fattibili e in poco tempo». Del programma, che intende stendere con gli alleati entro febbraio, lancia già le coordinate.
«Il centro storico si è svuotato – aggiunge Santini – e il Piano strutturale rischia di accentuare questa tendenza; servono parcheggi gratuiti in prima periferia e uno alla Manifattura, gratis per i residenti, a pagamento per gli altri. Serve un piano delle funzioni, serve maggiore sicurezza con provvedimenti contro l’accattonaggio, maggiore rigore sull’arrivo degli immigrati; servono servizi in periferia e trasparenza, quella che l’attuale amministrazione non ha avuto. Vanno difese le aziende comunali, Geal e Gesam in primis, che si tenta di mettere nelle mani di Firenze. Quanto all’ospedale, è uno scandalo: i servizi non sono adeguati. A Tambellini imputo la mancanza di dialogo con la città, l’abbandono delle periferie e del centro: Lucca è irriconoscibile».
Sui rapporti con nuovi possibili alleati, da LiberaLucca recalcitrante nei suoi confronti, alle altre liste, Santini apre. «L’appello di Pera lo condivido – spiega – LiberaLucca è una realtà importante: spero possa aderire nelle forme più opportune. Se qualcuno non vorrà, ce ne faremo una ragione. Il ristoratore Cosentino nella mia lista? Presto per fare i nomi. Tagliasacchi e Buonvento? Guardo a tutti coloro che sono critici verso questa amministrazione. Non mi sento di parlare di alleanze, vedremo a un eventuale ballottaggio. CasaPound? Stimo molto Barsanti, hanno deciso di provare al primo turno da soli e hanno fatto bene. Vedremo più avanti, sono un soggetto con cui confrontarsi».
Poi due precisazioni: una a chi gli rinfaccia un’amicizia particolare con la famiglia Marcucci: «Ho buoni rapporti come con tanti altri, ma non ho mai guardato in faccia a nessuno». L’altra sui costi della campagna elettorale: «Apriremo un conto corrente dove tutti potranno dare il loro contributo. Mi impegno, e sarò il primo, a fare un resoconto dopo le elezioni. Non vogliamo spese enormi, visto il momento, e se dovessero avanzare soldi, saranno devoluti a chi ne ha bisogno». La partita può iniziare: prima con un giro nelle frazioni, poi nei quartieri e infine nel centro storico.