
Monsignor Pietro Gianneschi
Lucca, 25 marzo 2015 - RAID dei ladri nella chiesa vecchia di San Vito, sulla via Pesciatina. Un clamoroso blitz avvenuto con ogni probabilità domenica pomeriggio, mentre l’edificio era aperto per dar modo di pregare ai fedeli in visuita al vicino cimitero. I malviventi hanno agito a colpo sicuro, impossessandosi di due splendidi candelieri della metà dell’Ottocento, che erano murati nella parete sinistra della chiesa. Nessuno a quanto pare ha notato nulla di strano e i ladri si sono allontanati indisturbati con la preziosa refurtiva. IL FURTO è stato scoperto solo la sera verso le 19, quando il custode è andato a chiudere la chiesa e ha trovato la brutta sorpresa: i buchi nella parete al posto dei due splendidi candelabri. Dell’accaduto è stato subito avvisato anche nil parroco monsignor Pietro Gianneschi, che ha poi provveduto a presentare una dettagliata denuncia ai carabinieri, fornendo anche le foto dei pezzi trafugati. «L’UNICA cosa che mi viene da dire – commenta monsignor Pietro Gianneschi – è che a questo punto non è rimasto più nulla da rubare nella vecchia chiesa di San Vito. A meno che non vogliano portare via l’edificio stesso. I due candelieri erano gli unici pezzi rimasti. da quando questa chiesa di fatto non è più al centro delle funzioni religiose, abbiamo provveduto a togliere tutti gli arredi. Erano rimasti solo i due candelieri, perché murati. Per fortuna l’ufficio per i beni culturali della Curia ha inventariato e fotografato tutto quanto, così abbiamo anche le foto e la descrizione esatta di questi candelieri rubati». I DUE candelieri sono attribuiti a una bottega lucchese tra 1850 e 1890, sono in legno intagliato e argentato e di pregevole fattura. Potrebbe trattarsi di un furto su commissione, o comunque commesso da qualcuno che aveva già un’idea di cosa farne. Venderli alla luce del sole non sarà però affatto facile, dato che si tratta appunto di beni catalogati e riconoscibili. «CERTO resta tanta amarezza per un furto del genere – sottolinea monsignor Gianneschi – perché la chiesa è evidentemente alla mercè di ladri e balordi. E’ il prezzo da pagare per tenerla aperta, dato che la gente che visita il cimitero di San Vito ha piacere poi di recarsi nella vecchia chiesa di fronte, a pregare. I ladri hanno approfittato di questo, agendo di domenica pomeriggio, in un momento in cui non c’era nessuno in giro. Ora però non hanno più nulla da rubare lì».
Paolo Pacini