"Ero terrorizzato". L'attore Bertolucci sfugge all'incendio dell'hotel a Praga

«Sono rimasto lucido, ma ero terrorizzato, mi dicevo: ‘Non posso morire qua, adesso’»

Alessandro Bertolucci

Alessandro Bertolucci

Lucca, 22 gennaio 2018 - Gli occhi che bruciano ancora, lo choc che attraversa con un brivido freddo la schiena, e davanti agli occhi quei minuti interminabili. Il fumo che entra in camera, il tentativo di fermarlo circondando la porta con asciugamani bagnati. E poi quelle grida lanciate dalla finestra per cercare aiuto. Questa non è stata una delle scene dei numerosi film che si è trovato a girare. Questa è pura, nuda e cruda realtà. Alessandro Bertolucci, 44 anni, attore toscano di origine lucchese con alle spalle raffica di film per cinema e tv oltre che spot (da Callas Forever con Jeremy Irons a un Tè con Mussolini di Zeffirelli, Mia madre di Ricky Tognazzi, 3 di Christian De Sica, per citarne alcuni), non crede ancora di essere sano e salvo. Era in un hotel a Praga quando sabato sera è scoppiato un incendio che si è lasciato alle spalle danni e tragedie, con la morte di alcune persone.   E TUTTO lo choc di Bertolucci si raccoglie ed esplode nelle sue parole a pochissime ore da quell’incubo. All’inizio con un video girato per strada e inviato all’emittente lucchese «NoiTv». Poi tramite Whattsap poiché il telefono è isolato. «Ero arrivato sabato, nel pomeriggio - racconta - . Intorno alle 16 ero in albergo. Ero ospite dell’Eurostars David Hotel di Praga, che ha preso fuoco. Sono qui per girare uno spot destinato al mercato estero. È di una famosa casa automobilistica. Di più non posso dire». «Il fumo ha invaso subito tutto l’albergo - continua a raccontare - , sono uscito nel corridoio, ma non si vedeva niente e non si respirava. Così sono rientrato e ho messo asciugamani bagnati tutto intorno alla porta. Poi sono andato alla finestra ad avvisare della mia presenza i vigili del fuoco. Sono rimasto lucido, ma ero terrorizzato, mi dicevo: ‘Non posso morire qua, adesso’. Sapevo che dovevo impedire al fumo di entrare, quindi mi sono coperto la bocca con una maglietta bagnata e ho isolato la porta alla meglio. Sono stato salvato dai vigili del fuoco che sono intervenuti prontamente e mi hanno portato a terra con il cestello». 

Tutto l'articolo su La Nazione in edicola lunedì 22 gennaio 2018