Lucca e Venezia. Tra religiosità e mercatura

Giovedì in San Micheletto il convegno storico introdotto da Enrica Lemmi, relatore Andrea Consorti.

Lucca e Venezia. Tra religiosità e mercatura

Lucca e Venezia. Tra religiosità e mercatura

Città differenti, ma almeno due i punti di contatto che rendono Lucca e Venezia molto più legate di quanto si possa pensare. E in questo caso non c’entrano nulla il numero di chiese, l’arte o la politica. Tra Lucca e Venezia ci sono come due fili – nemmeno troppo sottili, anzi! – che le accomunano: la mercatura e la religiosità. E solo chi avrà voglia di scoprire qualcosa di più scavando nella storia si accorgerà di quanto tutto ciò è molto più concreto di quanto si pensi. Il convegno “Lucca e Venezia. Tra religiosità e mercatura“ sarà di scena giovedì alle 17.15 nel Complesso monumentale di San Micheletto (ingresso libero): un evento promosso da CISCuP e Fondazione Campus e che vedrà l’introduzione a cura di Enrica Lemmi, professoressa ordinaria all’Università di Pisa e direttrice dell’Accademia del Turismo di Fondazione Campus mentre relatore sarà l’avvocato Andrea Consorti.

Un tuffo nel passato, et voilà, partiamo dalla questione “mercatura“, legata anche ai viaggi e agli scambi commerciali. Il mercante, d’altronde, era visto anche come diffusore di cultura in quanto doveva saper leggere, scrivere e far di conto e magari conoscere anche qualche lingua straniera e i suoi resoconti erano utili per motivi religiosi, economici, sociali, politici, di costume e geografici. E parlando di mercanti e viaggiatori non si può non citare Marco Polo del quale tra l’altro proprio quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte e il cui testamento è conservato al Museo Correr. Nel XIII secolo le due città vissero un vero e proprio exploit economico: Lucca grazie alla commercializzazione di seta, Venezia con il traffico mercantile con l’Oriente. Ma dov’è che si intrecciano sempre più le storie (e le vite) di veneziani e lucchesi? All’inizio del 1300, dopo la spaccatura tra guelfi e ghibellini e più in particolare tra guelfi bianchi e guelfi neri, con una vera e propria diaspora dei setaioli di parte guelfa nera, molti dei quali emigrarono a Venezia.

Ma non meno stretto è il legame religioso: proprio a Venezia i lucchesi costituirono la “Scuola“ (istituzione di carattere associativo-corporativo) del Volto Santo, mentre punti di contatto riguardano processioni e pellegrinaggi. Tutto questo e molto di più sarà dunque al centro del convegno di giovedì in cui alla ricostruzione storica si aggiungeranno curiosità magari sconosciute ai più.