Lettera ai futuri parlamentari e senatori

Francesco

Meucci

E così mentre famiglie e imprese cercano in mille modi di tirare avanti (l’arcaico ingegno italiano...) e di fronteggiare come possono gli effetti (devastanti) del caro bollette; a nostro modo di vedere questa campagna elettorale avrebbe potuto rappresentare un’occasione per riflettere su alcuni temi magari non di immediata presa sui cittadini, ma di indubbio interesse. Come, ad esempio, l’opportunità di ridare a Lucca un ruolo più centrale negli equilibri regionali. Oppure, come costruire un ponte più solido e funzionale con i rappresentanti romani. Ma non è andata così. Certo, i nuovi collegi non aiutano, perché l’aver smembrato il territorio in uno spezzatino senza capo né coda ha come conseguenza che nessun rappresentante né alla Camera né al Senato sarà in grado di poter dire di essere propriamente ”lucchese”. Eppure, dalle infrastrutture al lavoro, dal turismo alla cultura Lucca ci incastra molto con tutti i temi che dovrebbero stare al centro di ogni ragionevole agenda di chi sarà chiamato a governare il Paese il 26 settembre. Data dalla quale conosceremo anche i nomi dei rappresentanti del territorio-spezzatino che andranno a Roma con i voti dei lucchesi. E ai quali, sin da oggi, e quindi in tempi non sospetti, rivolgiamo un appello: all’indomani del vostro insediamento aprite un ufficio a Lucca e cercate per quanto vi è possibile di restare in contatto con gli elettori. Al di là di quanto crediate, c’è davvero bisogno di parlamentari e senatori ”forti” e capaci di fare valere le ragioni di una città e della sua provincia. Non è populismo, ma la consapevolezza che fino a oggi in tante occasioni si poteva fare di più.